Anche quest’anno, come accade ormai da secoli, la città di Isernia rinnova il suo legame spirituale e storico con L’Aquila in occasione della 730esima Perdonanza Celestiniana. Questa antica celebrazione, istituita nel 1294 da Papa Celestino V, continua a rappresentare un momento di profonda riflessione religiosa e coesione sociale.
Il Comune di Isernia sarà presente infatti alla cerimonia dell’apertura della Porta Santa nella Basilica di Collemaggio, simbolo di indulgenza plenaria per i fedeli. Un evento che affonda le sue radici nella vita e nelle opere di Pietro Angelerio, meglio conosciuto come Celestino V, il papa eremita nato a Isernia nel 1215.
Quest’anno, la rappresentanza della città sarà affidata all’assessora Maria Teresa D’Achille e alla consigliera Rosanna Appugliese. Il sindaco, impossibilitato a partecipare per altri impegni istituzionali, ha comunque voluto sottolineare l’importanza di mantenere vivo questo legame, che si rinnova anno dopo anno, testimoniando un rapporto tra le due città che va oltre il tempo e le distanze geografiche.
La Perdonanza Celestiniana non è solo una celebrazione religiosa, ma un vero e proprio ponte tra passato e presente. È un rito che attraversa le generazioni e che, pur mutando nella forma, mantiene intatto il suo profondo significato spirituale. Il gesto di attraversare la Porta Santa, che sarà aperta oggi e domani, rappresenta per i fedeli un’occasione unica di riconciliazione e di pace interiore, secondo le intenzioni di Celestino V.
La figura di Pietro Angelerio è centrale non solo per la città di Isernia, ma per tutta la cristianità. Cresciuto in una famiglia contadina e spinto verso la vita monastica fin da giovane, scelse la via eremitica, dedicando la sua vita alla preghiera e alla penitenza. Il suo esempio attirò molti seguaci, dando origine alla Congregazione dei Celestini, che si diffuse rapidamente.
La sua ascesa al pontificato avvenne in un momento di profonda crisi per la Chiesa. La sua elezione fu vista come un segno divino, ma il suo breve pontificato evidenziò la difficoltà di conciliare il suo stile di vita ascetico con le esigenze politiche e amministrative del papato. Dopo soli cinque mesi, Celestino V rinunciò al trono pontificio, un gesto che resta unico nella storia della Chiesa. Tuttavia, la sua eredità spirituale vive ancora oggi attraverso la Perdonanza, il primo Giubileo della storia.
Oggi, la Perdonanza Celestiniana è un evento che non coinvolge solo i fedeli abruzzesi, ma richiama l’attenzione di tutta Italia. La cerimonia dell’apertura della Porta Santa, prevista per questa sera alle 18, sarà presieduta dal cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo emerito de L’Aquila, e rappresenta il momento culminante delle celebrazioni. Seguirà domani la Messa dedicata alle forze armate e alle forze dell’ordine, presieduta dal vescovo di Trivento, Claudio Palumbo.
I valori che la Perdonanza incarna – pace, riconciliazione e misericordia – sono più attuali che mai, in un mondo ancora segnato da conflitti e divisioni. Il gesto simbolico di attraversare la Porta Santa diventa, quindi, non solo un atto di fede, ma anche un richiamo universale alla speranza e alla fratellanza.
In un’epoca in cui i legami tra le persone sembrano spesso sfilacciarsi, eventi come la Perdonanza Celestiniana ci ricordano l’importanza delle nostre radici comuni e della capacità di unirci, superando le difficoltà del presente, nel nome di valori che ci accomunano.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.