«Mia figlia è diventata un niente nelle mani di tutti»: in pochissime parole, Maria Teresa Giglio ha condensato tutto il dramma vissuto da Tiziana Cantone, la giovane donna che si tolse la vita nel 2016 a seguito della diffusione in rete di video intimi senza il suo consenso. Da allora, mamma Maria Teresa ha fatto una promessa: che nessun’altra donna subisca ciò che ha subito sua figlia, fino a togliersi la vita per il peso insostenibile di quel dolore che annienta l’anima prima che il corpo.
Si è discusso di questo ieri mattina presso l’Auditorium “10 settembre 1943”, in un evento incentrato sul fenomeno del revange porn e della violenza di genere, con il patrocinio del Comune di Isernia e la presenza di Prefettura, Procura, Questura, Carabinieri e dell’Ufficio scolastico regionale del Molise, oltre che di una rappresentanza della Cooperativa sociale “Be Free Centri antiviolenza”.
Per l’occasione, si è parlato della legge del Codice Rosso, non senza riflettere più in generale sulla violenza di genere e sui pericoli del web in una iniziativa promossa dai ragazzi, dalle ragazze, dai docenti e dalla dirigenza scolastica dell’Isis Cuoco Manuppella e che rientra nelle celebrazioni per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
«Quella di Maria Teresa è una storia di perseveranza e coraggio, una battaglia di altruismo che ha contribuito al riconoscimento del reato di revenge porn. È giusto che la consapevolezza nasca tra i banchi di scuola, lì dove si formano gli uomini e le donne del domani, per un futuro capace di parlare di solidarietà e sostegno reciproco» – ha affermato il sindaco Piero Castrataro.
Una sorta di talk show condotto dai rappresentanti di istituto, per rivolgersi ai giovani e intraprendere iniziative che possano combattere la violenza di genere, quello andato in scena ieri mattina nel capoluogo pentro.
«Stiamo registrando purtroppo un aumento di denunce – ha spiegato il Procuratore Carlo Fucci -. Dico purtroppo, perché significa che il fenomeno si allarga. Ma vuol dire che c’è una reazione da parte delle vittime di questi reati. Dal punto di vista giudiziario e dell’intervento delle forze dell’ordine, siamo presenti e a disposizione della collettività. Credo che si tratti di un problema culturale che non riguarda solo questa terra ma l’intero Paese» – ha concluso Fucci.

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