Il domino è partito a Palazzo San Francesco: Angelo Iannone è ufficialmente il nuovo vicesindaco di Isernia, come annunciato nel corso di una conferenza stampa indetta nottetempo dal sindaco Piero Castrataro per ieri pomeriggio, dopo il passo indietro di Federica Vinci comunicato con un videomessaggio probabilmente destinato a restare nella memoria collettiva degli appassionati di politica isernina.
Se è vero infatti che la battaglia ingaggiata dalla minoranza consiliare dentro e fuori dall’Aula sulla reiterata assenza in Consiglio dell’ormai ex vicesindaca sia partita mesi fa – con la consigliera Dall’Olio che ha spesso pungolato il sindaco sul tema – fino all’esplosione del caso durante l’ultima seduta d’assise, è vero anche che sia diventato tale un po’ a sorpresa proprio dopo il videomessaggio dell’esponente di Volt che ha implicitamente riversato sul primo cittadino il motivo delle sue dimissioni giunte non solo per motivi professionali, ma anche a causa di un «sistema marcio»: ovvero quello che avrebbe portato nei mesi scorsi – a suo dire – al distaccamento di una costola di Volt per costituire il gruppo di Comunità Attiva, allo scopo di ottenere una poltrona in Giunta. Una decisione che il sindaco ha difeso, tanto che nel turn over di qualche mese fa, l’ex assessore Domenico Di Baggio ha dovuto cedere il posto a Umberto Di Giacomo, a conferma della fiducia riposta dal primo cittadino nel neonato gruppo.
Insomma, quella di Vinci si traduce in una critica neanche troppo velata all’amministrazione di cui ha fatto parte fino a pochi giorni fa e che ha ringraziato pubblicamente in un post dopo il marasma dell’ultimo Consiglio.
Ad ogni modo, la nomina di Iannone come nuovo vicesindaco è solo il primo effetto del domino partito con le dimissioni di Vinci. C’è infatti da colmare il vuoto in Giunta. Sono ore e giorni di dibattito serratissimo, con i corridoi di Palazzo San Francesco che a fatica trattengono le voci dei protagonisti di un rimpasto che s’adda fare, per risistemare gli equilibri di una maggioranza che finora – nonostante qualche scossone (vedasi i casi Di Baggio, Scarabeo, Falcione e Barone) – è rimasta solida. Il primo summit tra i capigruppo di centrosinistra, convocato d’urgenza dopo le dimissioni di Vinci, non sarebbe servito infatti a mettere un freno alle trattative che stando ai bene informati sono frenetiche. Secondo le ultime indiscrezioni, il sindaco dovrebbe nominare Gemma Laurelli e Angela Perpetua al posto di Federica Vinci e Leda Ruggero. Ma c’è ancora da sciogliere il nodo su Gabriele Olivieri e Michele Antenucci, in corsa anche loro per un posto in Giunta.
Intanto, Castrataro qualche sassolino dalle scarpe se l’è tolto, nella conferenza di ieri: «Non posso non ringraziare Federica per tutto quello che ha fatto in questi anni, è andata incontro a una scelta professionale importante per la sua vita e su questo c’è poco da discutere – ha affermato in apertura -. Ognuno è libero di poter fare queste scelte, e il percorso è stato abbastanza condiviso, sapevamo che prima o poi ci sarebbe stata una sua uscita, ma è chiaro che le modalità in cui tutto è avvenuto mi lasciano un po’ perplesso – ha precisato -. Mi dispiace perché due giorni prima aveva lodato l’amministrazione e ciò che è stato fatto anche da lei, di cui tutti vediamo i frutti. Sono convinto che molte cose che sono state dette sono dovute all’onda dell’emotività, c’è stata una grande pressione mediatica e questo mi dispiace, perché si possono criticare le persone dal punto di vista politico ma poi bisogna rispettare il lavoro e la professionalità di chi ha interpretato questo ruolo nel miglior modo per tre anni».
Il sindaco si è detto dispiaciuto di un passaggio chiave fatto da Vinci nel videomessaggio in cui ha annunciato le dimissioni, sostenendo che sia lei che Castrataro abbiano subìto le pressioni dei giochi politici in atto: «Non sono ostaggio di nessuno – ha precisato il primo cittadino -. Sono ostaggio solo del lavoro che faccio per questa città, ne sono orgoglioso, l’ho scelto e lo continuo a scegliere sempre nel bene della comunità. Queste parole mi hanno ferito ma le metto in conto per il ruolo che ricopro. Alle critiche mi piace rispondere sempre con i fatti – ha proseguito riferendosi alle uscite di alcuni consiglieri di minoranza -. Quello che abbiamo fatto e che ci accingiamo a fare è lavorare per questa comunità, cioè fare quello che non è stato fatto negli ultimi due decenni. C’è chi sa parlare e chi invece si adopera e si sacrifica nel fare. Sono convinto che quando Federica parla di sistema marcio non si riferisca a questa amministrazione. Il sistema marcio lo abbiamo sempre combattuto e continueremo a farlo, soprattutto nei confronti di chi in 25 anni ha devastato questa città e questa regione».