In occasione delle festività natalizie, i gruppi di tifosi biancoazzurri dell’Isernia Calcio hanno deciso di unire le forze per una nobile causa, dimostrando che il calcio può essere molto più di uno sport: può diventare uno strumento di solidarietà. L’iniziativa punta a sostenere il reparto di Pediatria dell’ospedale “F. Veneziale” di Isernia, una realtà sanitaria che, come molte altre in Molise, opera in condizioni economiche difficili a causa dei continui tagli e delle restrizioni legate al piano di rientro regionale.
L’obiettivo è migliorare le condizioni e il comfort dei piccoli pazienti ricoverati, acquistando beni essenziali per rendere più accogliente il reparto. Per raggiungere questo traguardo, i tifosi hanno realizzato un calendario speciale, disponibile al costo di 10 euro.
Il calendario sarà in vendita oggi, domenica 8 dicembre, allo stadio, in occasione della gara di calcio Isernia – Roma City, e presso alcuni punti vendita della città: Bar Kles Five; La Futura Marmi; Erboristeria La Mandragola.
In una regione come il Molise, dove la sanità è da anni in sofferenza e i fondi disponibili sono sempre più ridotti, iniziative come questa rappresentano un esempio virtuoso di comunità che si mobilita per sostenere i propri servizi essenziali.
Il reparto di Pediatria del Veneziale è un punto di riferimento per molte famiglie e merita di essere potenziato, soprattutto per alleviare il periodo di degenza dei bambini e garantire loro un ambiente più sereno e adatto alle loro necessità.
I promotori dell’iniziativa invitano tutta la cittadinanza a partecipare con entusiasmo: «Insieme possiamo fare la differenza e regalare un sorriso ai bambini che ne hanno bisogno».
Acquistare il calendario non è solo un gesto concreto di sostegno, ma anche un modo per mostrare che il Molise sa fare squadra, dentro e fuori dal campo. La generosità dei tifosi biancoazzurri dimostra ancora una volta come lo sport possa essere il motore di un cambiamento positivo, capace di unire le persone per il bene della collettività. «Avanti isernini!».

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