Il day after la sentenza del Consiglio di Stato che sostanzialmente chiude definitivamente il capitolo del contenzioso sulla Valutazione di impatto ambientale e sulle autorizzazioni paesaggistiche per l’opera e che si traduce nel via libera ai lavori di realizzazione della tanto discussa strada di collegamento tra il bivio di Pesche e la Isernia-Castel di Sangro, è caratterizzato dalla reazione dei contrari al progetto. In prima battuta, infatti, a esultare per il responso giunto dalla Quarta sezione del CdS sono stati gli esponenti della Lega, a partire dal Ministro Matteo Salvini passando per l’eurodeputato Aldo Patriciello e l’assessore regionale Michele Marone, che hanno seguito l’iter dell’opera passo dopo passo. Ma le polemiche non si placano e dopo la sentenza numero 105/2025 che ha ribaltato il parere precedente espresso dal Tar Molise sul ricorso presentato da Comune di Isernia e Wwf, sbloccando la realizzazione del progetto, l’opinione pubblica e quella dei rappresentanti istituzionali è tornata a dividersi, suscitando nuovamente un acceso dibattito.
Il sindaco Piero Castrataro, ad esempio, ha dichiarato di prendere atto della sentenza del Consiglio di Stato, precisando che l’Ente non abbia mai espresso contrarietà all’opera, quanto bensì alle modalità di realizzazione della stessa e ribadendo che si potevano infatti utilizzare meno risorse col ricorso a un tracciato alternativo che – a suo dire – sarebbe risultato meno impattante dal punto di vista ambientale e più utile per i collegamenti cittadini, come ha già evidenziato tante volte.
Intanto, si registra amarezza tra i proprietari dei terreni espropriati per il progetto. E qualcosa bolle anche nella pentola del Comitato “No Lotto Zero”: l’avvocato Alfonso Mainelli ha criticato duramente la sentenza: «Il Consiglio di Stato è un organo giudiziario, non di controllo. La Valutazione di impatto ambientale andrebbe aggiornata per legge ogni cinque anni, e in questo caso non risulta siano stati effettuati studi recenti sui costi e benefici dell’opera» – ha ribadito commentando la sentenza.
Il legale ha inoltre sottolineato che nei mesi scorsi sono stati presentati due esposti, poi archiviati, e ha annunciato nuove azioni: «Chiederemo l’intervento degli ispettori ministeriali per verificare la correttezza dell’iter giudiziario».
L’opera, considerata da molti come un’infrastruttura chiave per migliorare la viabilità della zona, continua a generare tensioni tra chi ne sostiene l’urgenza e chi, invece, ne contesta le modalità di pianificazione e realizzazione. Il confronto sembra destinato a proseguire nei prossimi mesi, con il rischio sempre dietro l’angolo di ulteriori ricorsi.

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