Il tema della sicurezza nelle carceri torna prepotentemente al centro del dibattito pubblico, spinto dai recenti episodi di violenza contro gli agenti di polizia penitenziaria. Con un comunicato stampa rilasciato dalla Fp Cgil Polizia Penitenziaria Abruzzo e Molise – in cui dal sindacato hanno voluto esprimere solidarietà al Sovrintendente Capo della Casa circondariale di Isernia – si apprende infatti che lo scorso 29 dicembre lo stesso avrebbe subito una aggressione da parte di un detenuto
Stando a quanto riportato dal sindacato, l’uomo avrebbe afferrato al collo il Sovrintendente, addetto alla sorveglianza di turno, per futili motivi all’ingresso del reparto del suddetto carcere. Fortunatamente, però, grazie all’intervento tempestivo di un collega che ha dimostrato grande professionalità e senso del dovere, la situazione non è degenerata.
«Chiediamo alla Direzione, sempre attenta nella gestione dell’Istituto, massima attenzione e di porre in essere tutte le misure necessarie finalizzate a garantire condizioni di lavoro sicure per il personale di Polizia penitenziaria dell’Istituto di Isernia che in questi ultimi anni ha sempre garantito standard di vivibilità e lavorativi più che accettabili. Ribadiamo la nostra piena solidarietà al personale coinvolto nell’episodio di violenza» – hanno concluso dalla Fp Cgil.
Un tema che, inevitabilmente, fa il paio con quello del sovraffollamento delle carceri, di cui purtroppo non è esente la Casa circondariale di Isernia, visto che stando ai dati che provengono dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, allo scorso 30 novembre 2024 risultavano presenti 65 detenuti su una capienza di 44 posti: 21 in più del previsto.
Ad evidenziare ancora come il sovraffollamento raggiunto nelle carceri italiane sia ormai ai livelli di guardia, nelle scorse settimane, ancora una volta è stata l’associazione Antigone – che si occupa del sistema penitenziario e penale italiano – nel XX rapporto sulle condizioni di detenzione “Nodo alla gola” . Il tasso di affollamento è del 130,4% e in 56 istituti penitenziari, oltre un quarto di quelli presenti in Italia, è superiore al 150%.
Numeri e percentuali che si riflettono anche sul Molise, con Isernia che si assesta su un dato del 101,5%.
Stando però al report dell’ultima visita effettuata a luglio 2024 dal personale di Antigone presso la Casa circondariale pentra, i problemi non sarebbero solo relativi al sovraffollamento. «L’aspetto esteriore della struttura rimane invariato, in effetti non sono stati avviati i lavori di manutenzione che già da qualche anno erano necessari – spiegano nella scheda di approfondimento riepilogativa consultabile sul sito online dell’associazione -. Visto che in alcuni punti il muro di cinta esterno ha subito ulteriori cedimenti, il Dap ha avviato un progetto di monitoraggio e riqualificazione. Rispetto agli anni passati è stato ristrutturato il campetto da calcio, la palestra è stata posizionata in un locale più ampio rispetto al precedente. La situazione sanitaria presenta alcune criticità: in primo luogo mancano specialisti della salute mentale, con una presenza garantita dello psichiatra 8h ogni due settimane, tuttavia si registra la totale assenza di psicologi. Per quanto riguarda poi i detenuti con problemi di tossicodipendenza, si ravvisa l’assenza di assistenti sociali del Sert o di strutture affini».
C’è però il dato positivo proprio sul personale, che traspare dal sito del Ministero della giustizia, aggiornato a pochi giorni fa: ad oggi sarebbero 42 gli agenti di polizia penitenziaria effettivi a fronte di 36 previsti; 12 gli amministrativi effettivi a fronte dei 10 previsti; 3 gli educatori a fronte dei 2 previsti. Numeri che rispetto a qualche mese fa fotografano una situazione in miglioramento, precedentemente connotata da carenze e disomogeneità solo di poco inferiori rispetto al quadro nazionale, ovvero quello di un generale aumento del rapporto medio tra detenuti e agenti.

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