Il capoluogo pentro vive un periodo di grande fermento politico, con tensioni sia nel centrodestra che nel centrosinistra. A portare alla luce le frizioni interne a Fratelli d’Italia – in un’intervista rilasciata a Tvi – è stato il consigliere comunale Giovancarmine Mancini, che già durante il primo congresso cittadino del partito, tenutosi lo scorso weekend, aveva espresso una posizione critica.
«Ho avuto il coraggio di portare a galla le spaccature che ci sono in varie anime del partito. Tutto viene deciso nelle segrete stanze da pochi che avranno sì ruoli apicali, ma ci vorrebbe anche il consenso popolare, quello spontaneo, quello fatto dei voti sulle persone, del confronto con i cittadini. A me, che sono un vecchio esponente della destra sociale molisana e anche nazionale, sta il compito di ricordarglielo» – ha dichiarato Mancini.
«Dobbiamo cercare di far comprendere a chi può gestire bene il partito che Fratelli d’Italia ha una tradizione diversa, ha un’immagine diversa – ha proseguito -. La destra sociale è una cosa seria, la destra dei valori è una cosa seria». Poi, il capogruppo di Alleanza per il Futuro, ha ribadito la disponibilità del suo movimento politico a sostenere la coalizione, ma con una precisa condizione: «Alleanza per il Futuro ci sarà a sostenere un candidato autenticamente di destra, ma soprattutto un candidato della città di Isernia che vada oltre la destra e la sinistra, che sappia guardare agli interessi diffusi della città, alle povertà di Isernia, che sono sempre maggiori, alla desertificazione, per risolvere quindi queste problematiche. Spero che il centrodestra indichi un candidato sindaco che sia più bravo, più capace e che sappia raccogliere maggiori consensi di quanti ne posso raccogliere io – ha proseguito lanciando un appello ad evitare divisioni che possano avvantaggiare gli avversari -. Se c’è, li invito a fare il nome: sono pronto a sostenerlo. Hanno perso a Campobasso, hanno perso a Isernia, hanno perso le provinciali di Isernia, hanno perso le provinciali di Campobasso. Sulla mia città io questo non lo consento, sia chiaro. Ho chiesto i nomi subito perché dobbiamo lavorare intorno alla nuova figura del candidato sindaco, altrimenti si fa il gioco della sinistra».
Se Atene piange, Sparta non ride. Anche a sinistra, infatti, la situazione interna al Partito Democratico è tutt’altro che serena. Le frizioni emerse negli ultimi mesi, legate alla tanto attesa convocazione del congresso provinciale, hanno acuito le divisioni. L’appuntamento è fissato per domenica 6 aprile, quando gli iscritti saranno chiamati a scegliere tra due visioni: quella di Agatha Midea e quella di Marco Amendola.
«Finalmente ci sarà un congresso – ha dichiarato Amendola –. Si svolge in maniera un po’ anomala perché si voterà diversamente, non contemporaneamente in tutti i circoli. Ci saranno due proposte: quella del nostro gruppo, una proposta che mira a far crescere una nuova classe dirigente, dare supporto agli attuali amministratori del centrosinistra e contribuire a costruire una nuova alternativa di governo al centrodestra regionale. Dall’altra parte, c’è un gruppo che tenta solo di mantenere equilibri per rendite di posizione già costituite o per probabili e future rendite di posizione da ricreare».
Amendola ha poi sottolineato il lavoro svolto dal suo gruppo negli ultimi mesi: «Abbiamo messo in campo questa azione politica da oltre un anno. Siamo riusciti a creare un gruppo già politicamente formato, caratterizzato dalla presenza di appartenenti al PD di lunghissima data, che vogliono fare squadra con passione e ricostruire un partito presente sul territorio».
Non sono mancate critiche alla classe dirigente regionale: «C’è stato poco peso specifico da parte di chi ha pensato semplicemente a equilibri di riposizionamenti. Dopo il 6 aprile, indipendentemente dall’esito, credo sia naturale riunire il partito perché la battaglia vera è all’esterno del PD».
Parole che suonano come una risposta alle recenti dichiarazioni dell’ex segretario regionale dei dem, Vittorino Facciolla, che ha pubblicamente preso le parti di Midea, lasciando intendere che l’ala Amendoliana voglia «trasformare il partito in una sorta di Forza Italia».
Insomma, la politica è in pieno fermento. Mentre il centrodestra cerca una sintesi sul prossimo candidato sindaco, il centrosinistra si prepara a un congresso che potrebbe ridefinire gli equilibri interni al PD. Il clima è teso e i giochi sono tutt’altro che chiusi.

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