Una svolta inaspettata anima il dibattito sull’istituzione del Parco nazionale del Matese. Mentre Ispra e il Ministero dell’Ambiente stringono i tempi per definire i confini provvisori dell’area protetta – in vista della scadenza del 22 aprile fissata dal Tar Lazio dopo l’esito del ricorso presentato lo scorso anno da Italia Nostra – emerge un nuovo scenario che riguarda da vicino il Comune di Isernia: l’ipotesi di un’estensione del perimetro del Parco alla zona boscosa di Castelromano.
A confermarlo lo stesso sindaco Piero Castrataro, che manifestato l’intenzione di avanzare una proposta formale per includere alcune aree collinari e montane del territorio comunale all’interno dei confini del costituendo Parco. Si tratterebbe, nello specifico, di aree prevalentemente boschive in altura, come appunto quelle che circondano la borgata di Castelromano, che potrebbero rientrare nei criteri ambientali e paesaggistici previsti dalla normativa.
L’idea è in fase di interlocuzione con Ispra, ma sarà presto oggetto di discussione in Consiglio comunale. Non si esclude, inoltre, la convocazione di un incontro pubblico con i cittadini, per condividere gli obiettivi e valutare le ricadute di una scelta che potrebbe cambiare la prospettiva di tutela e sviluppo sostenibile del territorio isernino.
«Stiamo discutendo con Ispra e con il Ministero dell’Ambiente – ha spiegato il primo cittadino -. Isernia ha dei territori che sono già vincolati perché sono in zona Sic, quindi c’è una possibilità di ampliamento che è solo un vantaggio per noi perché non limita le attività, anzi il Parco può essere un’occasione per avere ulteriori finanziamenti, per la valorizzazione sia della componente ambientale che archeologica, noi ne siamo ricchi, penso a la Pineta e la Romana. Ci sarà una discussione anche in Consiglio comunale – ha confermato Castrataro – e con i cittadini, però voglio sottolineare il fatto che per un capoluogo di provincia avere anche delle zone Parco può essere un’occasione per tutti».
Il dibattito si inserisce in un contesto decisamente più ampio, che coinvolge diversi Comuni della provincia di Isernia convocati in queste ore da Ispra per le consultazioni finali. Dopo anni di stallo, l’istituzione concreta del Parco sembra finalmente a un passo: nato con una legge nazionale nel 2017, l’ente esiste da otto anni solo sulla carta, ma la scadenza del 22 aprile per la definizione definitiva del perimetro e delle clausole di salvaguardia (le norme che resteranno in vigore fino alla stesura del Piano del Parco) segna un punto di svolta.
Un contesto segnato però anche dalle polemiche. Alcuni comitati del territorio continuano a chiedere un passo indietro, temendo vincoli eccessivi per le attività economiche tradizionali. Al tempo stesso, una larga parte della società civile – fatta di associazioni ambientaliste, cittadini e operatori turistici – guarda con favore alla nascita del Parco come occasione di rilancio per l’intera area matesina.
In questo contesto fluido, complesso, la mossa del Comune di Isernia potrebbe rappresentare un segnale di interesse verso il Parco, un segnale di consapevolezza per la tutela dell’ambiente come volano di sviluppo. Ma come spesso accade, la vera partita si giocherà nel confronto con la comunità. E lì, sarà fondamentale parlare con chiarezza di opportunità, vincoli e visioni future.
In copertina Boschi del Matese, foto di Erennio Amatuzio