Mancano ancora due anni alle prossime elezioni comunali, ma il clima politico a Isernia inizia già a surriscaldarsi. A far rumore, più che gli annunci ufficiali (che ancora mancano), sono le manovre sotterranee, i contatti, le riunioni riservate e le tensioni interne agli schieramenti, soprattutto nel centrodestra.
Nel 2021 fu proprio la frammentazione del fronte moderato a consegnare Isernia alla coalizione civica guidata da Piero Castrataro, una vittoria che sorprese molti e segnò una cesura significativa nella storia politica cittadina. Da allora, il percorso dell’attuale sindaco non è stato certo semplice: defezioni, crisi di maggioranza, frizioni tra le varie anime della coalizione e continui rimpasti di giunta hanno messo a dura prova la tenuta dell’amministrazione.
Eppure, Castrataro è ancora lì, saldo al comando, con quella faccia da “bravo ragazzo” che ha imparato a dosare con abilità alla capacità di mediazione, alla pazienza e a una comunicazione efficace. Chiunque abbia scommesso sulla sua caduta, si è dovuto ricredere.
Oggi Isernia è un cantiere aperto: cantieri fisici, ma anche politici. L’amministrazione, nonostante le turbolenze interne, appare dinamica, presente sul territorio, attenta all’ascolto della cittadinanza. Il sindaco è ovunque: incontri, eventi, dibattiti. Riesce a convincere più per carattere, empatia e preparazione, che per risultati concreti. Ma nel tempo della politica liquida, è già un vantaggio competitivo non da poco.
Sul fronte opposto, però, il centrodestra non sta a guardare. Fratelli d’Italia, forza in ascesa, punta a esprimere il prossimo candidato sindaco. Da tempo, la deputata Elisabetta Lancellotta lavora con discrezione ma determinazione a un progetto che riporti la coalizione alla guida della città. Ma non è semplice trovare la sintesi tra i vari partiti e, soprattutto, soddisfare gli appetiti degli alleati.
La Lega dell’europarlamentare Aldo Patriciello avrà da dire la sua, così come Forza Italia, che potrebbe spingere su un nome noto come Linda Dall’Olio. In mezzo, tanti movimenti, tensioni sotto traccia e un’attività frenetica tenuta lontana dai riflettori della cronaca.
Serve un nome forte, capace di mettere tutti d’accordo e di tenere testa a un sindaco in carica che, nonostante le difficoltà, gode ancora di un buon consenso popolare. C’è chi immagina la carta rosa, magari proprio quella della stessa Lancellotta, ma è difficile ipotizzare un passo indietro da Montecitorio per scendere in campo a livello comunale, sebbene la sua figura potrebbe essere tra le poche capaci di reggere il confronto.
Una cosa è certa: battere Castrataro sarà un’impresa tutt’altro che semplice. Servirà una strategia compatta, un programma credibile e un volto nuovo, carismatico e preparato.
Ad oggi, Castrataro ha già un piede sullo scranno del secondo mandato. Ma in politica – si sa – due anni sono un’era geologica. E tutto può ancora succedere.
LuCo

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