Primi appuntamenti nell’ambito delle celebrazioni dell’anno giubilare celestiniano, inaugurato, lo scorso 5 luglio, da Papa Francesco ad Isernia.
I primi avvenimenti vogliono ricordare la sosta ad Isernia di Celestino V del 14 e 15 ottobre 1294. Qui il Papa si fermò a visitare il fratello Nicola ed i nipoti Guglielmo e Pietro (figli del defunto fratello Roberto).
La tradizione storico-ecclesiale locale lega a questo momento il dono fatto dal pontefice al capitolo cattedrale di due preziose croci, tuttora gelosamente custodite. Proseguendo per Venafro, probabilmente vi fece sosta il 16 nel locale monastero detto di Santo Spirito a Maiella.
Questo pomeriggio (martedì 14 ottobre) dalle 16.30 ci sarà una lezione magistrale di Bernard Ardura, presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche sul tema ‘Celestino V: il coraggio della santità’. Nel corso dell’incontro ci saranno gli interventi del vescovo di Isernia-Venafro monsignor Camillo Cibotti, di Daniele Ferrara, soprintendente BBSSAAEE del Molise, di Daria Catello dell’Università degli Studi ‘Suor Orsola Benincasa’ di Napoli e del professor Onorato Bucci dell’Università degli Studi del Molise.
Domani (mercoledì 15 ottobre), invece, dalle 19 presso la cattedrale del capoluogo pentro monsignor Giuseppe Petrocchi, Arcivescovo Metropolita dell’Aquila, presiederà una solenne concelebrazione eucaristica.
La sosta nei giorni 14 e 15 ottobre 1294, sconosciuta ai biografi di Pietro di Angelerio, fu inventata da Cantera nell’anno 1892: “Nel 14 andò ad Isernia, rimanendovi fino al dì 15”. Per sostenere la sua affermazione nella nota bibliografica fece riferimento solo ad un non meglio identificabile “Reg. Ang. N. 65 cit. ff. 52 a tergo: n. 73 cit. f. 32”, omettendo di trascriverne il testo completo, ritenne più opportuno fare riferimento ad un documento di cui ha tramandato due diverse versioni che non testimoniano la presenza del neo pontefice in Isernia.
Nella 1^ versione dichiarò: “si leggono accordate da re Carlo II delle provvisioni a Nicola di Angelerio fratello, e a Guglielmo e Pietro Roberto di Angelerio nipoti del fu Pp. Celestino V”, precisando nella nota il riferimento bibliografico al Reg. Ang. n. 94 1298 D e n. 125 1302 E f. 185.
Prendete buona nota: l’anno della redazione del documento è il 1298, quindi papa Celestino V era morto da 2 anni (1296).
Nella 2^ versione si legge: “5 settembre 1294 concesse un’annua provvisione ai fratelli e nipoti del papa”; quindi Celestino V era in vita e presente nella città de L’Aquila, ma non testimonia il soggiorno in Isernia, nè la visita ai suoi congiunti: il fratello Nicola di Angelerio ed i nipoti Gugliemo e Pietro Roberto.
Ciarlante, che ignorava la sosta in Isernia, scrisse: “Nicolao de Angeleri fratri, ac Guillelmo, et Petro Roberti de Angeleri nepotis quod. Santissimi Patris Domini Celestini”; ergo, non erano figli del defunto fratello Roberto, come è stato scritto nella locandina diffusa dalla diocese di Isernia-Venafro.
Non è vero che in occasione di quella visita papa Celestino V abbia donato al capitolo della cattedrale due preziose croci, tuttora gelosamente custodite.
Scrisse Ciarlanti: “e due croci ch’egli mandò alla sua Patria che nel Duomo si conservano”; scrisse mandò, ovvero: inviò, spedì, indirizzò verso la sua Patria due croci, quindi l’avvenimento non era pertinente alla presenza del papa nella civitas di Isernia nei giorni 14 e 15 ottobre 1294!
Le due croci erano sconosciute a Cantera che aveva tutto l’interesse a sfruttare per sostenere la presenza del papa in Isernia.
Mons. Gemma, vescovo emerito di Isernia, nell’agosto del 1998 dichiarò: “e qui tu lasciasti, come segno d’affetto, di comunione e di protezione, quella croce argentea che il tesoro della nostra cattedrale gelosamente custodisce, quale emblema di un particolare legame che ti unisce alla tua città natale”. Non due, ma nel 1998 la croce è solo una.
Tanti ignorano che nel 1954 in occasione delle Celebrazioni Celestiniane. Mostra di cimeli e documenti, per la città di Isernia fu esposta: “18. CROCE IN ARGENTO DORATO (alt. cm. 25 più base dello stesso metallo alta cm. 12). Di finissimo cesello e sbalzo; tempestata di pietre dure, rubini, lapislazzuli ed ametiste. Ha sui quattro bracci delicati smalti su fondo azzurro rappresentanti figure sacre. Nobilissima ispirazione dell’alta oreficeria, forse fiorentina. Seconda metà del sec. XIV. Proprietà del Capitolo Cattedrale di ISERNIA”.
Esiste UNA croce datata alla Seconda metà del sec. XIV, una data che non si concilia con la presenza di papa Celestino V nella civitas di Isernia nell’anno 1294!
Oreste Gentile