La data è già scelta: l’11 dicembre prossimo. Sarà il giorno in cui scenderanno in piazza le prefetture ‘fantasma’, ovvero quelle che ormai sono finite nel decreto di taglio da parte del governo e che entro pochi mesi verranno accorpate con le vicine. Isernia è presente nell’elenco e, secondo quanto disposto dal Dpr, dovrà essere unita a Campobasso.
La Fp-Cgil, la Cisl-Fp e la Uil-Pa hanno avviato una nuova campagna di mobilitazione coinvolgendo direttamente i lavoratori: l’11 dicembre saranno proprio loro in piazza, davanti al ministero dell’Interno, dalle 11 alle 14, per impedire la cancellazione dei presidi di legalità e sicurezza che colpirebbe una serie di territori in quasi tutte le regioni italiane, fatta eccezione per Basilicata e Umbria.
Dopo l’assemblea nazionale del 30 ottobre scorso, che insieme ai delegati delle sedi a rischio ha visto la partecipazione di esponenti delle istituzioni e della politica locale, le federazioni del pubblico impiego di Cgil Cisl e Uil torneranno a far sentire la loro voce: “Chiediamo il ritiro immediato dello schema di decreto che prevede la soppressione delle 23 prefetture. L’11 dicembre metteremo in atto una grande iniziativa per impedire l’arretramento dello Stato dal territorio e per tutelare i lavoratori degli uffici territoriali del governo”.
I sindacati rimarcano la preoccupazione “per i 1.300 lavoratori che restano nella completa incertezza sul loro futuro e sul futuro delle loro professionalità”. Ma soprattutto l’allarme per i cittadini e le comunità locali “nel momento di massima emergenza rispetto a flussi migratori e prevenzione delle calamità si pensa di ridurre la presenza dello Stato e di lasciare sguarniti interi territori. Senza parlare delle attività di contrasto a reati mafiosi, usura, estorsione, ecomafia e terrorismo che subirebbero un duro colpo”.
“Noi vogliamo una riorganizzazione vera dei servizi per la legalità, la sicurezza, l’integrazione e la coesione sociale – concludono Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Pa -. Questo provvedimento è inaccettabile. Non ci fermeremo fin quando il Governo non farà marcia indietro”.