Va a rendere omaggio al caro estinto, si frattura una gamba ed è costretta ad aspettare un’ora e mezza per l’arrivo soccorsi.
È successo a un’anziana signora di Isernia che ieri mattina si è recata al cimitero comunale per depositare dei fiori davanti alla lapide di un proprio parente.
La cappella è quella realizzata molti anni fa dai monaci e si trova in fondo alla struttura.
La signora nel raggiungere il piano seminterrato, privo di illuminazione, è inciampata andando a finire a terra Non riusciva a muoversi e ha iniziato a chiedere aiuto disperatamente.
Una donna che si trovava lì vicino ha ascoltato le grida che si levavano dal sottosuolo ed è prontamente intervenuta trovando l’anziana sdraiata sul pavimento e dolorante.
«Sentivo urlare “aiuto aiuto” e così sono andata a vedere in quella cappella – ha spiegato a Primo Piano la signora Marisa Ucciferri -. Ho visto la signora a terra, con la gamba ritorta. Ho avuto paura a spostarla quindi ho allertato immediatamente il 118».
Il custode del cimitero, che si trovava a pochi metri di distanza, stava falciando l’erba col decespugliatore e il rumore del mezzo non gli aveva consentito di sentire le urla della donna ferita.
Nonostante l’urgenza della situazione, illustrata dalla soccorritrice nella concitazione del momento, il centralino del dipartimento d’emergenza ha dichiarato l’impossibilità di inviare un’ambulanza a stretto giro sul posto, in quanto l’unico mezzo in dotazione all’ospedale Veneziale era impegnato su un altro intervento.
«Mi hanno detto che nemmeno le ambulanze di Venafro e di Colli erano disponibili – ha proseguito Marisa Ucciferri –. Ho allarmato anche i vigili del fuoco, ma dal comando provinciale mi hanno spiegato di non avere alcun mezzo adatto per quel tipo di emergenza, quindi, in preda alla rabbia, ho chiamato il 113».
La Polizia giunta sul posto ha appurato la gravità delle condizioni della donna e ha provveduto ad allertare l’ambulanza di Bojano.
Dal momento dell’ok arrivato dal centro matesino all’arrivo del mezzo al cimitero sono trascorsi almeno altri 30 minuti e poi finalmente l’anziana è stata trasportata nel nosocomio isernino.
I medici del pronto soccorso le hanno praticato gli accertamenti di rito, diagnosticando la frattura di un femore. Nella giornata di oggi si procederà all’intervento chirurgico, ma nel frattempo montano di nuovo le polemiche per un episodio che purtroppo non è un ‘unicum’ e che, per l’ennesima volta, lascia emergere tutte le criticità del sistema d’emergenza del Veneziale.
«Sono andata a trovare la signora in ospedale per sincerarmi delle sue condizioni – ha affermato ancora Marisa Ucciferri -. Fortunatamente era ‘solo’ un femore, ma se fosse stata colta da infarto oggi di cosa staremmo a parlare? Ci stanno togliendo tutto, non si può rischiare di morire così”.
Soltanto poco più di un mese fa si era registrata una situazione analoga in occasione dell’investimento di un 75enne in piazza Giustino D’Uva. Anche in quel caso l’unica ambulanza del Veneziale era impegnata su un altro intervento, mentre il mezzo del 118 di Cerro a Volturno stava operando a Colli per una chiamata precedente. In quel caso gli operatori di ‘Isernia soccorso’ dovettero invertire il senso di marcia, all’altezza di Fornelli, e correre a Isernia per trasportare l’anziano investito in ospedale.
Un problema annoso, mai risolto, e che aumenta i timori negli utenti della sanità a cui non resta che affidarsi alla buona sorte.
Sul ritardo dei soccorsi la redazione di Primo Piano ha sentito il dg dell’Asrem Gennaro Sosto. «Mi scuso – ha detto il manager – per il ritardo. Tuttavia, la signora è stata correttamente codificata come un caso non grave. Nel contempo quattro ambulanze erano impegnate su codici rossi e gialli». In buona sostanza, secondo il dg, le procedure sono state corrette. VC