La città si è riappropriata di un pezzo della propria identità culturale: il liceo classico. Una folla di persone, tra allievi, ex studenti ed ex presidi, autorità civili e militari, cittadini, ha voluto salutare con entusiasmo l’inauguraziopne della storica sede del Fascitelli. L’edificio di corso Garibaldi ha riaperto ufficialmente lunedì scorso, ma ieri si è voluta celebrare una vera e propria festa collettiva, offrendo a tutti la possibilità di visitare i locali rinnovati e finalmente sicuri da ogni punto di vista.
Tra i più entusiasti sicuramente gli alunni che a breve sosterranno l’esame di maturità.
«È un giorno emozionantissimo – ha detto Francesca Cinone, rappresentante degli studenti – . Da tanti anni aspettavamo questo momento e ora siamo tornati in possesso della nostra scuola. Finalmente ce l’abbiamo fatta. E sono certa che una gioia più grande non poteva esserci. Tornare qui, anche solo per meno di una settimana, è una grande vittoria. Sostenere gli esami qui è una grande responsabilità, ma è la ricompensa più grande. Essere qui vuol dire sentirsi a casa».
Chiuso dopo il terremoto che mise in ginocchio L’Aquila, il Fascitelli è stato riaperto a conclusione di un iter di interventi durato otto anni. L’edificio di Corso Garibaldi, che ospita 300 alunni, risale agli anni ‘20 del secolo scorso. Nel 2009 non superò le verifiche post sisma e gli studenti furono evacuati e collocati al terzo piano dell’Itis ‘Mattei’ con l’aspettativa di una soluzione temporanea. Così non è stato, la data di consegna dei lavori è slittata più volte per la mancanza di puntualità nell’erogazione dei fondi. Complessivamente sono stati investiti 2 milioni e 100mila euro. Una prima tranche, 1 milione e mezzo di euro (fondi Protezione Civile), per interventi strutturali di consolidamento (mura ingabbiate in reti d’acciaio), una seconda tranche, circa 600mila euro erogati con un mutuo di Regione e Provincia di Isernia, per adeguamenti igienico-funzionali. I lavori non sono ancora terminati, la palestra sarà fruibile a settembre quando si terrà la vera e propria inaugurazione.
Ieri intanto c’è stata la simbolica riconsegna della chiavi dal presidente Lorenzo Coia alla dirigente scolastica Lina Di Nezza e il taglio del nastro, a cui non ha voluto mancare nemmeno il governatore Paolo Frattura.
«Sulle scuole sicure, grazie soprattutto all’aiuto del Governo centrale, il Molise ha avuto opportunità importanti – ha spiegato Frattura -. Solo per il 2017 sono 68 gli interventi previsti con le risorse a valere sul mutuo ‘ Bei’ che vede la Regione sottoscrivere un mutuo con Cassa depositi e prestiti, ma vede anche la totale garanzia e la copertura finanziaria a carico dello Stato, quindi senza spese aggiuntive per noi.
È straordinario il passaggio della professoressa Di Nezza quando parla di ‘convivialità relazionale’ nel recupero di una scuola che diventa luogo di confronto con il resto della città».
Particolarmente felice il presidente della Provincia che ha voluto fortemente la riapertura anche sul finire dell’anno scolastico.
«Noi oggi apriamo una scuola in altre parti d’Italia le chiudono – ha detto Coia -, quindi siamo in controtendenza».
Coia ha poi accennato agli interventi che verranno svolti sulle altre scuole superior di Isernia e Agnonei: «la progettazione è pronta, quindi non appena avremo le risorse provvederemo agli interventi più urgenti».
Il messaggio della preside
Emozionata la dirigente scolastica, ha dato il via al nuovo corso del liceo classico Fascitelli, puntando sul recupero della tradizione come fattore propulsivo per affrontare al meglio il futuro insieme: allievi e cittadini, considerando la posizione ‘strategica’ della scuola.
Un periodo, quello prossimo, che i ragazzi vivranno insieme ai loco colleghi dello Scientifico, visto che cinque classi del Majorana sono ospiti della sede di corso Garibaldi.
«Questa giornata è un’occasione di rinascita per Isernia – ha dichiarato la prèside Di Nezza -.
È quindi un’opportunità reale per riconquistare la nostra dignità e la nostra storia. Per il liceo classico significa essere lo snodo culturale di corso Garibaldi e del capoluogo pentro.
Adesso avremo ancora tanto da ricostruire, perché qui ci saranno due scuole che hanno tradizioni differenti e stili cognitivi diversi. Dobbiamo imparare ad apprezzare la diversità e a viverla con rispetto, con positività, a vederla come una ricchezza e non come un limite o vincolo. Ora possiamo crescere davvero». VC

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