La ‘bocciatura’ da parte del Pd all’attività amministrativa e politica di Palazzo San Francesco non è ovviamente piaciuta al sindaco di Isernia Giacomo d’Apollonio che ha respinto al mittente le accuse in merito all’area stazione, ma anche sull’esternalizzazione del servizio tributi e sulla delibera relativa alle modifiche del piano triennale delle opere pubbliche. Attacchi che il primo cittadino ha definito ‘privi di fondamento’. Pesante poi la replica alla deputata dem Laura Venittelli che, entrata nel dibattito, aveva contestato l’attività della Giunta. «Non accetto intromissioni da parte di onorevoli della nostra Regione – ha detto il primo cittadino nel corso della conferenza stampa di ieri mattina – che parlano di amministrazione dormiente, inefficiente, che si accontenta di vivacchiare. ‘Uscite’ per me fuori luogo. Evidentemente chi parla non conosce nemmeno il problema e si ricorda di Isernia in questa occasione, mentre non si è vista in altre circostanze. Penso che si sia persa una grande occasione per stare in silenzio. È opportuno documentarsi prima di parlare. Noi siamo disponibili a qualunque chiarimento. Reagiamo in questa maniera quando sentiamo vere e proprie corbellerie, dette anche da persone qualificate di alto rango della nostra politica».
Entrando nel merito delle varie questioni, d’Apollonio ha replicato , punto per punto, a tutte le polemiche sollevate dai rappresentanti dell’area Renziana del Pd.
Delibera. Sotto accusa era finita nei giorni scorsi la delibera relativa alla modifica del piano triennale delle opere pubbliche, priva del parere dei revisori del conti. «Sono state dette cose fantascientifiche, tutte destituite di ogni fondamento – ha tuonato il sindaco – . Si sta facendo una ‘tempesta in un bicchiere d’acqua’ , perché le due opere che dovevamo riportare erano già contenute nel piano triennale. Hanno solo subìto un incremento economico. Però noi per tranquillità abbiamo già richiesto il parere, ci è stato già dato e lo riporteremo in aula già nel prossimo consiglio e accontentiamo chi improvvisamente si sveglia e vuole ‘fare le pulci’ a questa amministrazione che sta lavorando in maniera alacre, indefessa e consistente su situazioni precarie che noi abbiamo trovato in completo stallo».
Tributi. Contestata, da parte del Pd, anche l’adesione all’accordo per l’esternalizzazione del servizio tributi. «Si ragiona su temi che non hanno fondamento – la replica del sindaco -. Il Comune ha fatto riferimento a una società che ha vinto una regolare gara d’appalto con la Regione. Abbiamo realizzato vantaggi strutturali per l’ente. Si parla senza conoscere la situazione. Non regaliamo soldi a nessuno, ma è chiaro che i servizi si pagano. Il comportamento del Comune è stato prudente, visto che abbiamo chiesto di fare l’accordo per un anno, al termine del quale valuteremo la situazione per capire se l’obiettivo è stato raggiunto».
Parco Stazione. Infine il mancato inserimento nel piano del Bando Periferie del secondo lotto funzionale per la riqualificazione dell’area stazione. «Mi meraviglio del fatto che, con estremo ritardo, si sia notata questa cosa – ha affermato d’Apollonio – Credo ci sia nell’aria odore di elezioni. Si tratta di contestazioni improponibili. Si parla di secondo lotto funzionale, ma dov’è? C’era un’idea di massima, non il progetto. Stiamo lavorando con dati di fatto – ha poi sottolineato – Abbiamo portato avanti il progetto che ci è arrivato rendendolo esecutivo, stanno per iniziare i lavori, anche se un po’ in ritardo per effetto del ricorso». Un progetto, su cui però il sindaco ha espresso delle perplessità, ripercorrendo tutto l’iter. «Noi avevamo – ha ricordato – oltre 4 milioni da investire. La passata amministrazione, togliendoli da una precedente destinazione fatta nel periodo in cui il sindaco era Gabriele Melogli, spostò tutti i fondi che comprendevano diversi interventi in varie aree, per poi concentrarli sul parco della stazione. C’è però da dire che di quei 4 milioni di Pisu, 2,2 milioni sono serviti per pagare Sistemi Urbani delle Ferrovie dello Stato. Questo vuol dire che abbiamo dovuto acquistare quell’area, sottraendo gli oltre 2 milioni di euro a quell’investimento che avrebbe potuto rappresentare ricchezza per il territorio. L’allora minoranza comunale propose di mettere a punto una delibera di Consiglio per declassare quell’area in parco urbano per abbattere i costi. Invece si è fatta un’operazione, a mio avviso antieconomica per il Comune, che ha portato a questo disastro. Quindi – ha concluso – dei quattro milioni ora investiremo per la riqualificazione solo 1.800.000 euro».