I medici non hanno ancora sciolto la prognosi per il 66enne (in un primo momento si pensava avesse 51 anni), residente in un centro della valle del Volturno ricoverato l’altro giorno al ‘Veneziale’ di Isernia per meningite. L’uomo versa in gravi condizioni nel reparto di Rianimazione, dove si sta facendo tutto il possibile per salvargli la vita.
L’uomo, stando a quanto si è appreso, è arrivato in pronto soccorso con sintomi che hanno subito messo in allarme il personale sanitario. Tutto è cominciato qualche giorno fa, precisamente domenica, quando, secondo quanto riferito dai familiari ai medici, il 66enne ha cominciato a sentirsi male: febbre alta e sospetta otite. In un primo momento non si è preoccupato più di tanto. Due giorni dopo però il quadro clinico è peggiorato con il sopraggiungere di cefalea e vomito.
Quando l’altro pomeriggio è arrivato in ospedale era già praticamente in uno stato comatoso. I medici si sono subito resi conto che i sintomi che il paziente presentava prima del ricovero erano compatibili con una meningite.
L’uomo è stato quindi trasferito d’urgenza in Rianimazione. Lo staff dell’unità operativa di cui è responsabile il dottor Antonio Graziano, dimostrando grande professionalità, ha immediatamente attivato le procedure per effettuare una diagnosi corretta della patologia. I sospetti dei medici hanno purtroppo trovato conferma negli esami eseguiti in pochissime ore. La tempestività della diagnosi prima e delle giusta terapia poi ha accresciuto considerevolmente le possibilità di sopravvivenza del paziente.
Superata, si spera, la fase acuta, bisognerà poi valutare le conseguenze della patologia.
«La meningite che ha aggredito il 66enne – assicurano i medici – è stata causata dallo streptococco pneumoniae e non è contagiosa per le persone entrate in contatto con lui nelle ultime ore».
«Si è trattato di un caso di meningite da streptococco pneumonie, che è un germe non contagioso», ha confermato infatti il primario ff del reparto di Otorinolaringoiatria Gianluca Ciammetti, che è stato tra i primi a visitare il 66enne.
La testimonianza del medico. «Parlo in funzione del ruolo svolto come specialista – ha spiegato -. Sono stato chiamato dalla Rianimazione per una sospetta otite in un paziente in stato comatoso. Le analisi che sono state effettuate dal laboratorio di questo ospedale testimoniano e certificano che si tratta di una meningoencefalite da streptococco pneumonie. Nessun pericolo di contagio, quindi, perché si tratta un germe che non dà contagiosità. Per cui non c’è allarmismo nella popolazione e nemmeno tra gli operatori che lo stanno assistendo. La prognosi per il paziente resta riservata – ha poi aggiunto -. È in coma vigilato. Sappiamo tutti che una meningoencefalite è una malattia molto grave, che può essere anche letale, però è chiaro che ci sono cure adatte per poter eliminare tale eventualità. Si tratta di una patologia che può dare dei postumi, però quando viene curata tempestivamente si riduce al minimo il rischio. Infatti, anche in questo caso, la diagnosi è stata immediata, soprattutto attraverso lo studio della rigidità nucale».
Quindi nessun pericolo di contagio, nessuna profilassi per i familiari dell’uomo e nessun isolamento per il paziente: lo hanno assicurato il direttore sanitario dell’Asrem Antonio Lucchetti e il responsabile del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale ‘Cardarelli’ di Campobasso Orazio Grassi.

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