I lavori di abbattimento dei tre pini secolari lungo Viale 3 Marzo a Isernia cominceranno nei prossimi di giorni. Un provvedimento disposto dal Comune che si rende necessario perché le piante presentano «difetti di radicamento precario». Una scelta che però non è andata giù ai residenti della zona, che sono sul piede di guerra perché a loro avviso quegli alberi non sono affatto malati. «Voglio abbattere i pini – hanno riferito alcuni cittadini – per rendere possibile i lavori di ampliamento della carreggiata. Riteniamo che non sia una decisione opportuna, perché si tratta di piante secolari. E sarebbe davvero un peccato vederle rimuovere. Vorremmo che si trovasse una soluzione alternativa, per garantire una migliore viabilità, preservando e tutelando al contempo i pini».
La scelta dell’amministrazione appare comunque irrevocabile. Salvo ripensamenti dell’ultima ora si procederà all’abbattimento dei tre esemplari di pino marittimo. L’intervento è previsto nei giorni di mercoledì e giovedì prossimo. Infatti sono state previste modifiche alla viabilità, valide ad eccezione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni dalle scuole, compresi fra le ore 7,45 e le 8,45 e fra le ore 13 e le 14,30. Nello specifico, dal 25 al 27 ottobre, dalle ore 7 e fino al termine dei lavori vigerà il divieto di sosta con rimozione forzata e del senso unico di marcia (direzione Miranda) lungo il viale 3 Marzo 1970, nel tratto compreso tra l’intersezione con via Tedeschi e via Vivaldi.
È polemica dunque sulla gestione del verde pubblico a Isernia, tra l’altro proprio nei giorni in cui uno studio della Coldiretti ha evidenziato che il capoluogo pentro risulta essere una delle città italiane con meno spazi verdi procapite. «La situazione – spiega la Coldiretti – è profondamente diversa lungo la Penisola con il 17,2% delle città la dotazione pro capite è pari o superiore ai 50 metri quadrati per abitante, mentre nel 16,4% non si raggiunge la soglia dei 9 metri quadrati pro capite. Matera, Trento, Potenza, Sondrio, Iglesias, Terni, Pordenone, Gorizia, Reggio Calabria e Verbania – rileva la Coldiretti – salgono nella top ten dei capoluoghi con maggiore densità di verde pubblico per abitante mentre in fondo alla classifica si trova Caltanissetta e a seguire Crotone, Trani e Taranto, Trapani, Isernia, Olbia, Genova Chieti Barletta e L’Aquila». Potenziare il verde urbano diventa dunque fondamentale per combattere lo smog. «Senza sperare nella pioggia e nel vento occorre intervenire in modo strutturale potenziando il verde considerato che una pianta adulta – evidenzia infine – è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno».