La battaglia per il mantenimento del reparto di Otorinolaringoiatria è tutt’altro che vinta. Le rassicurazioni dal presidente della Regione Paolo Frattura circa la presenza di almeno due posti in ‘day surgery’ non hanno comportato alcun seguito. Il decreto, per cui avevano fornito ampie garanzie anche i vertici dell’Asrem, non è ancora arrivato, nonostante incontri e promesse. In tutto ciò tra meno di una settimana, cioè mercoledì 22 novembre, al Tar si discuterà il ricorso presentato dall’avvocato Ottavio Balducci per conto dei medici in servizio nell’unità operativa complessa. Con tale istanza, i professionisti mettono in discussione il taglio del reparto che, di fatto, compromette anche il loro lavoro, oltre che ridurre pesantemente il servizio per migliaia di utenti che periodicamente arrivano a Isernia da tutto il Molise e dalle regioni limitrofe.
«Sta chiudendo di fatto Otorinolaringoiatria – ha dichiarato il legale -. Regione e Asrem in vista della discussione davanti al Tar non producono alcun atto che garantisca la permanenza del reparto presso l’ospedale di Isernia. Partono così le ulteriori azioni a tutela dei ricorrenti e delle oltre 4mila persone che hanno sottoscritto la petizione che, già depositata al ministero, sarà allegata anche agli atti del Giudice Amministrativo. Qualche mese fa il Governatore si era impegnato pubblicamente per mantenere presso il presidio ospedaliero di Isernia il reparto di Otorino, ancorché sensibilmente ridimensionato, ma oggi alcun provvedimento risulta adottato per cui la parola passa al Tar, all’udienza del 22 novembre prossimo».
In occasione della prima convocazione dinanzi ai magistrati amministrativi, le parti, in maniera concorde, accolsero il rinvio stabilito dal collegio per approfondire la questione. Il tempo che è intercorso tra quell’appuntamento e il prossimo, ormai imminente, sarebbe dovuto servire a certificare il mantenimento del servizio all’ospedale pentro. Di fatto però questo non è avvenuto. Anzi, di contro, in questo periodo gli interventi più ‘importanti’ sono stati già spostati al San Timoteo di Termoli.
Tutto nacque intorno al 12 aprile, quando l’Asrem comunicò che il reparto di lungodegenza di Venafro avrebbe preso il posto di Otorino. La mobilitazione scoppiata immediatamente produsse una petizione popolare a cui aderirono migliaia di persone e la presa di posizione di tutte le istituzioni locali, contrarie alla perdita di un servizio importantissimo sia per la comunità pentra, sia per i tantissimi pazienti che fruiscono di quel reparto arrivando da Abruzzo, Campania e Lazio.
Le firme vennero portate all’attenzione dello stesso Frattura, della ministra della Salute Beatrice Lorenzin e ora, come annunciato dall’avvocato Balducci, anche della magistratura.
VC