La fase di standby è durata esattamente una settimana: ieri mattina i ‘dissidenti’ di ‘Insieme per il Molise’ hanno ufficialmente lasciato il gruppo consiliare, spaccando di fatto il fronte Iorio. Salvatore Azzolini, Gianni Fantozzi, Vittoria Succi e Giovanni De Marco hanno protocollato una nota in cui annunciano la loro posizione, senza tuttavia spiegarne i motivi che, peraltro, ormai sono ben noti. I quattro hanno contestualmente costituito il gruppo misto e ciò significa che Azzolini è decaduto dal ruolo di ‘portavoce’ di ‘Insieme per Molise’. Gli otto rimasti dovranno ora nominare un nuovo capogruppo. È stato proprio il clamoroso dietrofront dei fedelissimi dell’ex governatore del Molise a determinare la spaccatura interna al gruppo e di conseguenza al movimento.
I ‘dissidenti’, infatti, oltre ad essersi sfilati in Consiglio hanno lasciato anche il ‘partito’ creato da Iorio, che alle amministrative del 2016 fu determinante nella vittoria di Giacomo d’Apollonio.
L’annuncio in realtà era atteso giovedì scorso, durante la seduta dell’assemblea civica. Ma proprio in apertura dei lavori Azzolini spiegò che sia le sue dimissioni da capogruppo, sia la questione della sfiducia al presidente del Consiglio erano state messe in ‘congelatore’, per permettere ai promotori della mozione di approfondire la riflessione sul tema. Del resto i numeri per approvare l’atto non ci sarebbero stati. Per ottenere la revoca di Giuseppe Lombardozzi servono i voti dei due terzi del consesso, cioè 22 consiglieri, e difficilmente i 10 esponenti di opposizione giovedì scorso sarebbero stati disposti a dare una mano alla causa del centrodestra diviso. Una settimana fa si è preferito non far scoppiare la ‘bomba’ in Aula, visto che all’ordine del giorno c’era il delicato punto sulla transazione da tre milioni di euro con la Spinosa Costruzioni. I quattro in quel caso hanno garantito il loro sostegno alla maggioranza e, come ha spiegato in queste ore Fantozzi, continueranno sulla stessa linea nonostante le frizioni interne al loro ormai ex gruppo.
«Rimaniamo nel centrodestra – ha detto -, ma non potevamo continuare ad andare insieme». Il riferimento è agli otto irriducibili che inizialmente erano compatti con i quattro dissidenti, con i sei membri del gruppo ‘Isernia in Comune’ e con la consigliera di Fratelli d’Italia nel proporre immediatamente la sfiducia a Lombardozzi. Di quei 19 oggi sono solamente 12 i proponenti di un atto che, a questo punto, è tutt’altro che in congelatore. Fantozzi e compagni uscendo dal movimento di Iorio hanno voluto mostrare i muscoli, lanciando un messaggio sia all’ex presidente della Regione sia ai loro ormai ex colleghi di partito.
«I consiglieri comunali devono riappropriarsi del loro ruolo», ha detto ancora Fantozzi, lasciando intendere che nel prendere le decisioni nessuno dovrebbe subire influenze dall’esterno.
Il problema comunque è sempre lo stesso: la posizione del presidente del Consiglio, ritenuta non in linea con le strategie politiche della maggioranza, almeno per ciò che concerne la gestione dei tributi.
Ai quattro del gruppo misto, così come agli altri otto componenti della fazione ‘anti-Lombardozzi’, oltre al voto contrario sull’accordo per l’esternalizzazione del servizio, non sono andate giù le dichiarazioni che lo stesso presidente rilasciò a Primo Piano Molise nel pieno della bufera politica. Il numero uno del Consiglio comunale spiegò che il suo ‘no’ era figlio di un’azione politica che è sempre stata tesa a tutelare la città, inotre aggiunse che dietro chi puntava il dito contro di lui c’era una regia occulta. Ebbene, ad Azzolini, Fantozzi, Succi e De Marco non sta bene che il presidente porti la ‘bandiera’ del garante del bene dei cittadini, inoltre hanno voluto rispedire al mittente le accuse di ambizioni relative a poltrone e incarichi vari. La spiegazione ufficiale arriverà nel corso del prossimo Consiglio comunale. VC

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