Schiuma bianca nel fiume Carpino, intervengono i carabinieri forestali e l’Arpa. Il fenomeno risale a qualche giorno fa e ieri mattina è stato notato anche dal presidente dell’associazione per la difesa dell’ambiente e del tartufo Cristian Rossi.
«Passando con la mia auto lungo via Sant’Ippolito ho visto chiaramente una macchia bianca – ha raccontato a Primo Piano Molise -. Ho accostato e sono andato a vedere. Era una grande quantità di schiuma bianca e quindi ho allertato la Forestale».
I carabinieri del Corpo erano già intervenuti qualche ora prima proprio in quel luogo, che si trova nella zona sud di Isernia e che costeggia via Sant’Ippolito, precisamente nella parte retrostante un’azienda privata. Era quindi subito partita la chiamata all’Arpa, l’agenzia regionale che dispone i controlli ambientali. I tecnici dell’ente hanno esaminato l’acqua, prelevandone dei campioni e ora non resta che attendere l’esito dei rilievi per capire la natura di quanto accaduto. Bisognerà quindi accertare e capire se ci sia stato o meno uno sversamento si sostanze che possano aver determinato un inquinamento del fiume Carpino.
«Quell’acqua va a finire in due centrali idroelettriche – ha proseguito l’ambientalista Cristian Rossi -. Si tratta di quella ubicata in zona Ramiera Vecchia e di un’altra che si trova nei pressi del cimitero. Inoltre l’acqua del fiume Carpino viene utilizzata per scopi irrigui dai contadini della zona sud di Isernia, quindi è molto importante accertare ogni dettaglio dell’episodio. Di certo possiamo dire che la causa non è il depuratore, che si trova a valle rispetto alla zona interessata».
Il fenomeno che ha allarmato cittadini e associazioni è stato registrato tra l’altro a poche settimane di distanza da un altro episodio che ha causato preoccupazione, ovvero la moria di trote sul fiume Cavaliere. Era la fine di ottobre quando alcuni pescatori segnalarono la presenza di decine di pesci privi di vita sulla sponda del fiume, proprio all’altezza del depuratore. Anche in quel caso intervennero i carabinieri forestali e i tecnici dell’Arpa e si attendono i risultati delle analisi svolte all’epoca per accertare la causa della moria di trote. Si ipotizzò che la pioggia caduta in quei giorni possa aver prodotto quel fenomeno, ma tutto è ancora da chiarire.
Intanto il presidente dell’associazione per la difesa dell’ambiente e del tartufo ha voluto rivolgere un appello a istituzioni e cittadini per mettere in campo interventi ulteriori, volti alla salvaguardia del paesaggio.
«I nostri fiumi vengono spesso scambiati per delle discariche – le sue dure parole -. Deve essere un gesto di civiltà delle persone quello di evitare sversamenti o scarichi illeciti nelle nostre acque. Il controllo c’è attualmente, ma è vero anche che gli uomini sul territorio sono pochi. Bisogna tenere gli occhi aperti sia da parte dei privati cittadini, sia da parte delle forze dell’ordine, intanto noi continueremo a segnalare eventuali criticità. I danni nel corso degli anni ci sono sempre stati e speriamo che non ce ne siano altri in futuro».
Un’azione congiunta tra istituzioni preposte e popolazione, questa la proposta degli ambientalisti che oltre a chiedere lumi sull’episodio della schiuma sul fiume Carpino, pretendono una vigilanza maggiore e, non da ultimo, uno scatto di sensibilità da parte della cittadinanza verso l’ambiente.

VC

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