Ancora disservizi all’obitorio dell’ospedale Veneziale di Isernia. Ieri mattina si è registrata nuovamente una situazione di disagio, in particolare per la famiglia di una donna deceduta intorno alle ore 9 nel reparto di Pronto Soccorso. A quell’ora la camera mortuaria era già piena in ogni ordine di posti, anzi, dalle tre stanze a disposizione erano stati ricavati quattro vani per poter ospitare altrettante salme. Il solito problema quindi si è riproposto e ha generato la rabbia dei parenti della signora. La salma, non trovando spazio nella morgue, è stata portata nei locali posti nel seminterrato, precisamente in una delle sale in cui vengono eseguite le autopsie. Una stanza fredda e piccola, in un cui il feretro è stato adagiato accanto alle celle frigorifere in cui si ‘conservano’ i cadaveri. Una situazione ritenuta inadeguata dai familiari, che hanno protestato contro la direzione sanitaria dell’ospedale chiedendo di poter portare via la loro cara. L’intenzione era quella di trasferirla in una struttura privata che si trova proprio vicino al Veneziale, la stessa che aveva scelto un’altra famiglia isernina poco più di una settimana fa, quando il corpo di Marcello Pizzi, venne trattenuto per qualche ora in una sala con sacchi e scatoloni.
La direttrice sanitaria ha però chiarito che, come nel caso precedente, non era possibile spostare il corpo prima delle canoniche 24 ore dal decesso e così, alla fine, si è optato per il trasferimento al quinto piano, nella cappella del Veneziale.
«Ho preteso che venissero a vedere in che condizioni eravamo – ha dichiarato a Primo Piano Molise Marisa Ucciferri, nipote della signora deceduta -. Da dietro una scrivania non si può capire in quale direzione stiamo andando. Ci stanno togliendo tutto e non abbiamo nemmeno più la possibilità di piangere un nostro caro con dignità».
Nella sala adibita alle autopsie, tra l’altro, non c’era la possibilità di usufruire dell’acqua, necessaria per le operazioni di pulizia. Insomma il dolore dei parenti è andato ad aggravarsi visto questo stato di nervosismo che ha generato tutta una serie di criticità.
«Ringraziamo il parroco per averci ospitato nella cappella, luogo più che dignitoso rispetto a quello in cui ci avevano relegato prima – ha dichiarato Maria Teresa Fuoco, un’altra nipote della signora -. Ringraziamo anche il personale del Pronto Soccorso che ci è stato vicino in questi giorni. Molte persone non sapevano che ci trovavamo qui al quinto piano e portare gli anziani a far visita a nostra zia è stato comunque difficoltoso. Ci hanno detto che non potevamo spostare altrove la salma, ma alcune volte, forse, bisognerebbe superare la burocrazia e agire con il buon senso, vista la situazione». La direzione dell’ospedale ha poi proposto alla famiglia di trasferire ancora una volta il feretro nella camera mortuaria, non appena si fosse liberato un posto. Ma a quel punto, per i parenti, far fare un altro su e giù alla loro cara zia sarebe stato troppo.
Insomma una situazione, l’ennesima, che ha del surreale e che ha posto di nuovo all’attenzione dell’opinione pubblica i punti critici del servizio. La richiesta è che venga migliorato immediatamente, proprio per non incappare in casi che alimentano la sfiducia delle persone anche nel potersi chiudere nel dolore del lutto.
VC