Un Veneziale così perentorio forse non lo si era mai visto. Ma, evidentemente, le accuse formulate all’indirizzo della Regione e, vista la materia del ‘contendere’, all’assessorato che lui presiede, non potevano che scatenare una reazione veemente. Il titolare in Regione della delega allo Sviluppo Economico non ci sta a incassare in silenzio le considerazioni del sindacalista della Femca – Cisl Francesco Di Trocchio in merito allo stato agonizzante del settore ‘lavoro’ del Molise e della provincia di Isernia. Sostanzialmente, il rappresentante sindacale, aveva definito la Regione «assente», rispetto alle grandi questioni delle crisi aziendali e queste dure parole erano arrivate dopo il licenziamento collettivo dei 39 lavoratori di Oti.
«Inaccettabili, irricevibili e totalmente infondate le accuse del sindacalista Di Trocchio in merito alla gestione della vertenza Oti – ha dichiarato l’assessore regionale -. I due esami congiunti per tentare di procedere con i licenziamenti si sono svolti in Regione e siamo stati noi ad accorgerci per primi dell’esistenza di criticità nelle procedure. Accadeva nei giorni 25 e 31 luglio 2017. Noi eravamo lì, ma il sindacalista Di Trocchio no».
Si sono poi tenute due riunioni in Tribunale a Isernia al fine di risolvere la vertenza. «In quella sede – spiega ancora l’assessore – avevamo suggerito una soluzione ritenuta, però, non idonea. Mentre non ci è dato sapere cosa avrebbe pensato nel merito il rappresentante della Femca-Cisl in quanto non ha partecipato al confronto. Per onestà intellettuale, devo dire che non vi è prova ad oggi dell’efficacia di quella proposta, come non vi è prova del contrario. Resto, tuttavia, dell’avviso che la nostra soluzione avrebbe permesso di giungere alla conclusione della vicenda in tempi più brevi».
Non è tutto. L’assessore Veneziale cita poi la protesta dei lavoratori i quali, il 7 agosto, si sono presentati dinanzi ai cancelli della Oti a Pettoranello determinati a entrare in azienda per lavorare. «Anche in quella circostanza eravamo lì – evidenzia l’esponente del governo regionale ,, mentre Di Trocchio era assente perché fuori sede considerato il periodo estivo. Mi preme evidenziare l’impegno della Regione nell’aver consentito l’accesso alla cassa integrazione in deroga per i premi sei mesi del 2017, attraverso l’utilizzo delle risorse finanziarie ottenute grazie al correttivo al ‘Jobs act’. In questi mesi i lavoratori sono stati ricevuti e ascoltati perché hanno ritenuto di contattarci direttamente, scavalcando talvolta il sindacalista dal quale evidentemente non si sentivano del tutto tutelati e rappresentati. La Regione ha lavorato in silenzio, con la forte convinzione che per la risoluzione di situazioni delicate non servano gli urlatori. Soprattutto se assenti nel momento del bisogno».
La replica di Di Trocchio
Nessuna assenza, ma anzi sempre la piena vicinanza a famiglie in difficoltà che, come nel caso di Oti, hanno dovuto persino pregare i loro datori di lavoro per essere licenziati. Questo il succo della risposta che Francesco Di Trocchio ha rivolto a Veneziale.
«L’assessore dimostra di avere la coda di paglia– le sue parole -. I due appuntamenti in Regione citati rappresentavano un atto ufficiale previsto dalla legge 223 per i licenziamenti collettivi e non erano il frutto di una sua iniziativa. Per quel che concerne il tribunale, l’assessore o è vittima di un’amnesia oppure io ero trasparente, poiché in uno di quegli incontri, voluti dal presidente del tribunale, le uniche proposte sono pervenute da quest’ultimo e l’assessore si è riservato di approfondire i temi trattati. Nel ‘secondo round’ ha detto una serie di ‘no’ che di fatto smorzavano ogni velleità, ma null’altra proposta è arrivata da chi dovrebbe rappresentare gli elettori molisani. I lavoratori non hanno scavalcato me perché non tutelati: sono stato io stesso a prendere atto del silenzio assordante proveniente dall’ufficio di Veneziale e a suggerire loro di contattarlo personalmente, dato il trascorrere delle lancette e l’incancrenirsi della vertenza. Suggerisco all’assessore di preparare l’arrosto anziché diffondere fumo».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.