Da circa dieci giorni sono ufficialmente dei disoccupati e mai come stavolta, questa condizi,one ha dato loro modo di ritrovare speranze. Quelle di ricollocarsi in altre aziende, quelle di usufruire di un’indennità per qualche mese e ora anche l’auspicio di vedere rinascere il polo tessile, storica punta di diamante della provincia di Isernia. Gli ormai ex lavoratori della Oti, 39 persone che per sei mesi hanno tribolato, vedendosi rimbalzare tra una società e l’altra, ora stanno cercando un nuovo ottimismo e questo stato d’animo è stato reso possibile soprattutto dal presidente del tribunale Vincenzo Di Giacomo.
Ieri mattina una delegazione degli ex dipendenti di Officine tessili ha voluto ringraziare di persona il presidente del tribunale, incontrandolo nel suo ufficio del Palazzo Di Giustizia. Con loro anche l’avvocato Oreste Scurti, che in questi mesi si è fatto carico della spinosa questione trattando con i vertici di Oti e Ittierre e riuscendo a far valere le ragioni dei lavoratori.
La vicenda era stata presa a cuore dalle istituzioni, in particolare, dal presidente del tribunale di Isernia, a cui i 39 si erano rivolti per risolvere la delicata vertenza. Di Giacomo, ricevute le istanze, le aveva prontamente accolte, mettendo la propria sede a disposizione dei lavoratori, delle altre istituzioni coinvolte (Prefettura, Inps, Direzione provinciale del Lavoro, sindacati e Regione Molise), nonché di Oti e Ittierre. Il 24 agosto ci fu una prima importante riunione in cui lo stesso presidente del tribunale fornì fondate soluzioni alla delicata vicenda. A ciò, è seguito un difficile e faticoso “braccio di ferro” tra la Oti e il legale Scurti fino allo scorso 20 dicembre, quando c’è stato il ‘riconoscimento di paternità’ del rapporto lavorativo, ma anche il diritto di accedere alla agognata Naspi, nonché di poter essere assunti presso altre aziende.
Inoltre, sempre grazie all’impegno messo in campo dal presidente Di Giacomo, nonché dagli organi della procedura Lucio Di Gaetano, Nella Caruso e Sergio Ferreri, i 39 lavoratori della Oti avevano già ottenuto il pagamento del 100% delle loro spettanze arretrate, , laddove i fasonisti, gli artigiani ed i professionisti avevano ottenuto in sede transattiva il pagamento del 50% dei propri crediti verso la Oti.
Inoltre, il presidente del tribunale e gli organi della procedura Ittierre hanno contattato le più grandi maison e stocchisti nazionali e internazionali così da vendere sui mercati di altre parti del mondo centinaia di migliaia di capi di abbigliamento ormai passati di moda e che perciò molti ritenevano ormai destinati al macero, ricavandone invece milioni di euro, coi quali è stato possibile pagare altresì il 60% delle spettanze retributive arretrate dei 650 lavoratori e delle loro rispettive famiglie.
Si attende ora il preannunciato ambizioso progetto della ripartenza del polo tessile molisano, il che permetterebbe non solo di soddisfare almeno in parte i crediti vantati verso la Ittierre dai fasonisti, artigiani e professionisti (per altri circa 4 milioni di euro), ma anche e soprattutto di procedere alla riassunzione di tanti lavoratori rimasti disoccupati. Al riguardo, l’avvocato Scurti ha assicurato la propria costante attenzione e partecipazione al progetto della ripartenza, al quale gli ex dipendenti della Oti guardano con la massima attenzione.