I tecnici di Palazzo San Francesco hanno messo a punto gli ultimi dettagli e ora è stato pubblicato il bando per affidare all’esterno la gestione della piscina comunale. Un nuovo tentativo dunque nella speranza che le modifiche apportate possano convincere gli operatori economici interessati ad occuparsi della struttura. Ci sperano naturalmente gli appassionati di nuoto che, ormai da anni sono costretti a recarsi fuori città per praticare il loro sport preferito.
Come si ricorderà il bando era stato già proposto la scorsa estate. Ma a settembre la gara era andata deserta. Ora il nuovo termine per la presentazione delle domande è prevista per il prossimo 11 maggio alle ore 12. Si spera dunque che le modifiche apportate rendano più appetibile l’avviso. Sono due, sostanzialmente, le variazioni apportate. La più importante è quella relativa alla durata della concessione che da 20 anni è stata ‘allungata’ a 25. Poi è stata prevista anche la possibilità di destinare degli spazi ad attività ricreative, ludico-sportive e di ristoro. Lo staff tecnico del Comune ha dunque provveduto a rimodulare alcuni elaborati del progetto di fattibilità, senza però alterare il contenuto tecnico dello stesso né tantomeno l’importo economico complessivo, che resta pari a 1.194.759,84 euro.
Anche in questo si tratta di una gara «con procedura aperta – si legge nel bando – per l’affidamento in concessione della gestione del complesso natatorio, comprensivo della progettazione definitiva, esecutiva e della realizzazione di interventi di ristrutturazione, adeguamento sismico, igienico-funzionale mediante finanza di progetto».
Il canone annuo, oltre all’Iva, che il concessionario è tenuto a corrispondere in favore del Comune di Isernia a partire dal sesto anno di concessione e per l’intera durata della stessa, posto a base di gara con offerta in rialzo, è pari ad 6.000,00 euro e comunque non inferiore a 120.000,00 per l’intera durata della concessione. Il canone sarà rivalutato ed aggiornato annualmente in base all’aumento del costo della vita per gli operai e gli impiegati rilevato dall’Istat. Infine i tempi: il termine massimo per l’ultimazione di tutti i lavori non dovrà essere superiore a 210 giorni naturali, successivi e continuativi. «Il termine – è stato stabilito – decorrerà dall’inizio dei lavori che dovrà risultare da apposito verbale redatto in contraddittorio tra le parti. Il tempo di esecuzione dei lavori costituisce elemento di valutazione dell’offerta economica che dovrà pertanto prevedere una durata dei lavori pari o inferiore, espressa in giorni di riduzione, con un limite minimo inderogabile di giorni 150 lavorativi».