Cinghiali soprattutto, ma anche lupi, caprioli, cervi e falchi pellegrini. Ormai è un dato certo: l’abitato di Isernia, come il resto del Molise, è divenuto un concentrato di biodiversità. Un fenomeno a cui si assiste da tempo e, che negli ultimi anni, si è amplificato dando forma a quello che viene definito inurbamento di animali selvatici. Un dato che offre vari spunti di riflessione, attraverso l’analisi degli aspetti positivi, ma purtroppo anche negativi che comporta.
Ne abbiamo parlato con il veterinario dell’Asrem Antonio Liberatore, che da anni lavora sul territorio pentro, maturando una profonda conoscenza delle dinamiche legate a questo tipo di fenomeni.
«Molto dipende – ha spiegato – dalle condizioni che l’uomo, indirettamente, ha creato favorendo l’inurbamento. La forestazione avanza, i terreni sono incolti e questo ha determinato un ‘avvicinamento’ degli animali selvatici nei centri urbani, in quanto rappresentano dei punti di alimentazione».
In questo particolare momento storico, a destare particolare preoccupazione da parte dei residenti è l’eccessiva presenza di cinghiali. Così come accaduto la scorsa estate continuano a moltiplicarsi gli avvistamenti di grossi esemplari anche a pochi passi dalle abitazioni.
E poi caprioli, cervi, ma anche lupi. Insomma certo è che si rende necessario una nuova forma di convivenza. L’uomo deve imparare a gestire i mutamenti in atto. Secondo Liberatore è fondamentale «modificare l’approccio culturale nei confronti di questi animali» e come esempio cita l’orso. «Da qualche anno ormai è divenuta piuttosto comune a Pizzone la presenza di questi animali. E la popolazione si è quasi abituata a non vederli come più come un nemico o un pericolo».
Situazione un po’ diversa per i cinghiali. Ad avviso del professionista è necessario trovare la maniera di evitare la presenza eccessiva attraverso un’oculata gestione della specie. Il calendario venatorio prevede novanta giorni di caccia, che spesso non sono ritenuti sufficienti. Per questo esistono altre misure, come l’intervento da parte di personale formato. Un fenomeno in qualche misura determinato anche dalla pressione da parte dei lupi, che li spingono ad avvicinarsi ai centri abitati per non essere predati. Per arginare tale condizione, c’è chi ha proposto la sterilizzazione farmacologica. Ad avviso del veterinario dell’Asrem pentra non è una misura efficace perché oltre ai costi, sarebbe necessario uno studio approfondito sulla popolazione presente.
Negli ultimi anni poi è aumentata anche la presenza di cervi e caprioli, un fenomeno che necessita di ulteriori approfondimenti e va analizzato con attenzione.
La presenza massiccia di animali selvatici naturalmente crea problemi soprattutto alle colture. Non solo. In molti casi diventano anche causa di incidenti stradali. Eppure ci sono aspetti positivi.
«Quanto avviene – ha detto ancora Liberatore – dimostra l’integrità dell’ambiente in cui viviamo, dovuta alla bassa intensità antropica, ma anche alla scarsa presenza di attività industriali. Quello che è fondamentale – ha concluso – è imparare a gestire la convivenza, modificando l’atteggiamento culturale».