Il prefetto di Isernia ‘demolisce’ la Lega e replica punto su punto alle affermazioni rese in questi giorni dai massimi esponenti del Carroccio presenti in Regione. Il vertice dell’ufficio territoriale del Governo, Fernando Guida, in merito all’ennesima polemica relativa al trasferimento di un gruppo di richiedenti asilo, ha voluto chiarire una volta per tutte i contorni della situazione. E per farlo ha elencato una serie di cifre. Numeri che, sottolinea, non sono di certo frutto della sua immaginazione o della voglia di far arrivare altri profughi sul territorio, bensì la conseguenza di accordi nazionali sanciti anche dalle amministrazioni locali e regionali.
Il primo punto evidenziato dal prefetto è relativo al numero dei migranti che arriveranno in via Berta.
«I trasferimenti di richiedenti asilo nel centro di accoglienza di via Berta hanno riguardato solo 23 migranti e non 72 – si legge nella nota diramata dalla Prefettura -. Gli immigrati attualmente presenti nei centri di accoglienza di Isernia sono 194, di cui solo 60 in via Berta, cioè molto meno del Piano Nazionale di ripartizione elaborato dal Governo e dall’Anci, che ne prevede 266 per il Comune d’Isernia. Il suddetto piano, come noto, si fonda peraltro su una ripartizione per quote su base regionale che non è stata certo decisa dai prefetti, che si limitano ad attuarla, ma dalla Conferenza Unificata del 10 luglio 2014, cioè quell’organo cui partecipano, oltre al Governo, anche i rappresentanti di tutte le Regioni d’Italia, compreso la Regione Molise, nonché dell’Anci cioè l’associazione cui aderiscono la stragrande maggioranza dei Comuni d’Italia.
Pertanto gli amministratori locali e regionali potranno avvalersi di tale canale istituzionale per modificare scelte che a suo tempo sono state assunte con l’attiva partecipazione del mondo delle autonomie, anche molisane».
Fernando Guida mette i puntini sulle ‘i’ chiarendo ruoli e competenze, dopodiché smentisce le affermazioni relative all’aumento dei migranti in città, anche in questo caso citando dati certi.
«Quanto all’affermazione secondo cui “l’intera situazione di Isernia rischia di collassare” basterà ricordare che negli ultimi 12 mesi gli immigrati ospitati in provincia sono diminuiti da 1.100 a 630, cioè si sono quasi dimezzati – prosegue la nota -. Ciò nonostante, considerato che la consigliera regionale Calenda ha affermato che “via Berta si sta trasformando in un ghetto pericoloso”, è stata convocata una riunione di coordinamento delle Forze di Polizia, dalla quale è emerso che dall’inizio dell’anno sono state presentate solo tre denunce di reati avvenuti nella zona di via Berta e non risulta che siano stati compiuti da richiedenti asilo».
Infine un riferimento alle dichiarazioni dell’assessore regionale Mazzuto relative alla condizione dei profughi. «Del tutto priva di fondamento è l’affermazione secondo cui tutti i richiedenti asilo ospitati nei centri di accoglienza della provincia di Isernia sarebbero “in attesa del permesso di soggiorno” – conclude la Prefettura -, perché attualmente i suddetti immigrati sono in possesso di permesso di soggiorno per richiesta di protezione internazionale».
Il titolare precisa che il numero dei migranti è rimasto lo stesso
Migranti in via Berta: nel dibattito in atto ormai da giorni interviene anche Vincenzo Di Giacomo, amministratore unico del Sayonara Srl, per fare delle precisazioni rispetto a quanto affermato dal consigliere comunale Raimondo Fabrizio, dal consigliere regionale Filomena Calenda e dal responsabile di Casapound Agostino Di Giacomo. «I previsti nuovi arrivi di richiedente asilo in via Berta, non sono aggiuntivi a quelli finora ospitati – ha affermato – ma, sostituiscono le persone che hanno lasciato il nostro centro o per trasferimento presso gli Sprar , o per la loro partenza avendo avuto il riconoscimento di ‘rifugiato’ oppure perché per scelta si allontanano perdendo il diritto all’accoglienza. In poche parole , essendo la nostra società partecipe dell’Ati che si è prima classificata nella graduatoria della gara indetta dalla Prefettura di Isernia per l’accoglienza dei richiedente asilo per l’anno 2018, ha tutto il diritto di accogliere gli ospiti che si trovano nelle ultime posizioni. Tale diritto è stato ribadito sia dal Tar Molise e sia da una specifica sentenza del Consiglio di Stato . Sono sicuro che l’avvocato Fabrizio ne é a conoscenza, visto che la notizia è stata riportata dalla stampa».
Di Giacomo solleva quindi un dubbio. «Temo – ha sottolineato – che le contestazioni a noi rivolte , sia adesso che in passato e tutte proveniente dalla stessa parte politica, abbiano solo il significato a voler ‘cavalcare’ l’onda di contestazione nazionale sul fenomeno della immigrazione che tanto successo ottiene in ordine di consenso elettorale». Il consigliere di Forza Italia aveva chiesto dei controlli. «Sulla richiesta di verifica delle nostre strutture preciso che la Prefettura – ha detto ancora Di Giacomo – , prima di autorizzare la collocazione dei richiedente asilo nei centri , le sottopone ad una attenta verifica da parte di una commissione formata da un Dirigente Medico del Dipartimento di Prevenzione, da un funzionario dell’Ispettorato del Lavoro , da due funzionari del Corpo Provinciale dei Vigili del Fuoco e da un Dirigente della Prefettura. Tutte le nostre strutture dislocate sul territorio di Isernia, tranne alcune piccole prescrizioni, sono state ritenute idonee. Per correttezza devo dire che stiamo adeguando un fabbricato contiguo al Sayonara dove saranno ospitate, per garantire loro una maggiore privacy, le mamme con bambini e le donne sole , che la Prefettura , nella maggior parte dei casi, assegna al nostro centro». L’amministratore del centro di via Berta si è detto disponibile a far visitare agli amministratori comunali e regionali le strutture, sempre dopo averne avuto l’autorizzazione dalla Prefettura. Infine, Di Giacomo ha ricordato che il Comune di Isernia non ha aderito allo Sprar. «Ma queste sono scelte politiche – ha concluso – in cui io non posso e non voglio entrare, ma al contrario, penso che sia anche un mio dovere contribuire alla corretta diffusione delle notizie»