Era convinto di essere seguito continuamente. Sentiva che ogni suo passo era monitorato e che a controllarlo in maniera così maniacale fosse nientemeno che il suo medico. Secondo quel pensiero diventato ossessivo, il professionista gli aveva impiantato nella testa un microchip a sua insaputa. Un sistema malato che gli avrebbe permesso di tenere il paziente sempre sott’occhio, per qualche ignoto motivo. Una convinzione assurda ma talmente radicata dentro la mente di un 60enne della zona isernina da spingerlo a ‘smascherare’ il medico e a farsi ‘giustizia’ da solo. Alla fine è stato lui a pagare le spese di questa immaginaria situazione, rimediando una denuncia per lesioni e minaccia. L’uomo, residente in comune della provincia di Isernia, è la finta vittima di un reato mai commesso su cui la Squadra Mobile si è trovata a indagare.
L’episodio da cui è scaturito l’intervento della Polizia risale a qualche giorno fa. Il medico e il paziente si trovavano insieme con altri amici a cena. Un momento apparentemente piacevole, conviviale, interrotto dallo scatto di ira del 60enne. L’uomo improvvisamente si è scagliato contro il professionista, prima inveendo contro di lui, poi aggredendolo fisicamente e intimandogli di rimuovere quel microchip dal cervello.
Le tante persone presenti, stupite da ciò che stava accadendo, sono riuscite a placare il 60enne che continuava a chiedere di essere liberato da quella ‘spia’ nella testa. Alcuni amici hanno quindi trasportato d’urgenza il medico all’ospedale Veneziale per le cure del caso. I sanitari del Pronto Soccorso, dopo una serie di accertamenti, gli hanno riscontrato diversi traumi, stabilendo il ricovero e una prognosi di ben 30 giorni.
In particolare la vittima, residente a Isernia, ha subito gravi lesioni a una gamba a causa della violenza sprigionata dal suo aggressore ed è tuttora alle prese con la riabilitazione.
I poliziotti della Mobile hanno avviato immediatamente un’indagine. Tramite le testimonianze della vittima e delle persone presenti alla cena, sono riusciti a ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto, nonché lo strano ‘movente’ che aveva indotto il paziente a quel gesto.
Così, al termine di una minuziosa attività investigativa, per il 60enne è arrivata la denuncia in stato di libertà.
Valentina Ciarlante