Due anni di lavoro intensi, vissuti a stretto contatto col personale, che non si è mai risparmiato, e con l’obiettivo di lasciare un segno. E il questore Ruggiero Borzacchiello è sicuro di esserci riuscito e di aver contribuito all’innalzamento del grado di vivibilità dell’intero territorio provinciale. Il tutto anche con l’ausilio delle istituzioni e della popolazione, perché come sostiene l’ormai ex capo della Questura di Isernia: «Per mantenere alto il concetto di legalità occorre attuare una ‘sicurezza partecipata’, ovvero ognuno deve fare la sua parte, partendo anche dalle piccole cose».
Una nuova avventura della sua carriera lo attende. Dal primo agosto prenderà possesso del nuovo Ufficio a Chieti. Qui andrà a dirigere una Questura e due commissariati che sovrintendono un’area molto vasta e popolosa. Ma prima dell’addio il suo pensiero è andato a cosa lascia, ovvero una struttura che ha compiuto un salto di qualità e a dirlo sono i numeri messi insieme dal maggio del 2016 a oggi.
Ringraziamenti e numeri sono stati al centro della conferenza stampa che Borzacchiello ha tenuto ieri mattina nella sala riunioni di via Palatucci. Con lui il vicario Luca Vattani e i dirigenti di Squadra Mobile, Luigi Vissicchio, Squadra Volanti, Pasquale Marcovecchio e Divisione Pasi, Salvatore Piemonte.
Il questore ha innanzitutto salutato gli organi di stampa e di informazione, ringraziandoli per la collaborazione offerta durante la sua permanenza in città e poi ha tracciato un bilancio dell’attività della Polizia.
«All’atto del mio insediamento dissi che sicuramente questa sarebbe stata un’esperienza esaltante perché era la mia prima da questore – ha dichiarato – e ritengo che si sia mantenuta tale perché i risultati conseguiti e l’affetto che sto ricevendo in questi ultimi giorni testimoniano che è stato svolto un buon lavoro. Ringrazio tutto il personale che non si è mai tirato indietro in nessuna occasione: ho potuto constatare che l’impegno e la professionalità dei dipendenti e dei funzionari non è mai venuto meno».
Gli arresti triplicati rispetto al periodo precedente, la gestione del fenomeno migratorio che ha subito dei mutamenti e che è stata necessaria a evitare disordini e infine l’appello alle istituzione per l’attivazione della videosorveglianza sono i punti principali toccati dal questore.
Gli arresti e le operazioni. «È un dato confortante quello di aver aumentato gli arresti sul territorio – ha proseguito -. Ciò significa che c’è stato un discorso che va al di là del semplice controllo del territorio. Parliamo di un’attività che ha portato a operazioni rilevanti, quali quella della liberazione di una donna segregata in casa da tempo. Abbiamo poi sgominato un’organizzazione composita di soggetti dediti all’usura e all’estorsione, cosa che a quanto ricordo non era stata fatta in questi territori. Abbiamo effettuato uno dei più ingenti sequestri di sostanze stupefacenti a Venafro, con annesso sequestro di numerose armi e munizioni. Questo vuol dire che abbiamo lavorato, e mi riferisco soprattutto gli agenti dediti alla Polizia giudiziaria, proprio per cercare di garantire una maggiore sicurezza».
L’innovazione. Tanti i progetti realizzati: il progetto ‘Esame delle Violenze Agite’, strumento volto alla corretta gestione degli interventi di liti in famiglia che ha elevato di molto la risposta della Polizia a questo tipo di fenomenologia; il progetto Youpol in tema di segnalazioni, da parte della cittadinanza, di episodi di bullismo o spaccio di sostanze stupefacenti che ha avvicinato ancor di più la popolazione isernina, soprattutto i più giovani, alla Polizia e in ultimo il Progetto Tablet.
Poi i rngraziamenti al prefetto Guida, al procuratore Albano e al successore Fucci, al sindaco d’Apollonio, al vescovo Cibotti e un plauso al personale dell’Ufficio Immigrazione che ha affrontato dapprima le situazioni emergenziali connesse e poi lo stabilizzarsi delle problematiche relative all’accoglienza dei migranti in questo territorio con elevata dedizione e professionalità.
Gestione migranti. Il questore ha sottolineato, appunto, l’impegno profuso per affrontare il fenomeno migratorio, presente sul territorio pentro.
«Non mi aspettavo che fosse così composito e sentito – ha concluso -. C’è stato un punto di massima l’anno scorso con la presenza di quasi 2mila immigrati, sparsi ovviamente su tutta la provincia ed essere riusciti ad evitare situazioni di conflittualità che potessero generare altre problematiche, diverse da quelle che competono alla nostra attività, è stato un lavoro notevole. Tranne la rissa in via Giovanni XXIII e fenomeni limitati di spaccio di sostanze stupefacenti in poche quantità, ritengo che la situazione sia stata monitorata».
Valentina Ciarlante