Due casi di tubercolosi sono stati accertati all’ospedale di Isernia. Nelle scorse ore i sanitari del Pronto Soccorso hanno diagnosticato la malattia a un giovane migrante e un anziano del capoluogo pentro. Si tratta di persone che oltre a essere di provenienza diversa pare non siano mai entrate in contatto. E questo lo dimostra anche il momento degli arrivi al Veneziale, distanziati di qualche ora.
Lo straniero, un immigrato al di sotto dei 30 anni, è stato accompagnato in ospedale nella mattinata di lunedì, mentre il pensionato è giunto nel pomeriggio.
Il quadro era simile: febbre e altri sintomi riconducibili alla tubercolosi. Soltanto dopo le lastre e ulteriori esami i medici del dipartimento d’emergenza hanno accertato la patologia, la stessa per tutti e due. I sanitari, come da prassi, hanno accusato tutte le accortezze del caso quindi per loro non c’è stato bisogno di sottoporsi a profilassi. Le radiografie hanno evidenziato i focolai della malattia e anche la presenza di caverne aperte nei bronchi, ciò significa che i pazienti erano potenzialmente contagiosi. Per chiarire al meglio la situazione e sottoporli alle terapie previste in questi casi, entrambi sono stati trasferiti all’ospedale di Avezzano.
Il Molise può contare solamente su due posti nel servizio di malattie infettive quindi nel momento in cui si presentano emergenze di questo tipo occorre forzatamente rivolgersi a strutture di fuori regione.
L’ultimo doppio episodio ha quindi messo in luce un’ulteriore carenza del sistema sanitario regionale. Peraltro sono gli stessi sanitari che lamentano l’insufficienza di posti per pazienti colpiti da malattie contagiose, in un momento in cui i flussi migratori interessano in maniera importante il territorio regionale. Esattamente un anno fa un altro giovane profugo, appena arrivato dalla Libia, venne trasportato d’urgenza al Veneziale. Un quadro clinico molto grave il suo, tanto che i sanitari furono costretti a trasferirlo immediatamente a Salerno.
VC