Amore via social, un trend sempre in crescita che addirittura, secondo alcuni esperti, determina unioni più durature di quelle che nascono sul posto di lavoro o in altri luoghi. Peccato che ormai il web sembri essere anche il posto più gettonato per allacciare finte relazioni sentimentali. Criminali improvvisati, spesso senza arte né parte, iniziano a gettare ami nel vasto mare di internet, convinti che qualcuno caschi nella loro rete.
E le vittime sono connotate da tratti eterogenei. Gli uomini di mezza età sono i più malleabili, ma risulta che a credere alle avances di bellissime ragazze ‘fake’ in cerca di un fidanzato siano anche esperti di navigazione online, oppure giovani che non hanno molta esperienza in fatto di relazioni interpersonali.
L’episodio avvenuto ai danni di un 30enne isernino, adescato online da una finta donna che si è fatta finanziare un altrettanto finto matrimonio per ben 13mila euro, ha rivelato un fenomeno in crescita, anche sul territorio molisano. Ma purtroppo chi resta incastrato nelle truffe online (che nel caso del ragazzo di Isernia si sono tradotte anche in un’estorsione), o in quella che la Polizia Postale ha definito ‘trappola d’amore’ spesso non ha il coraggio di denunciare. E allora il capo del Compartimento della Postale del Molise, Tommaso Vecchio, tende la mano alle vittime accertate e a quelle potenziali.
A margine dell’incontro con la stampa convocato mercoledì scorso dal procuratore capo della Repubblica Carlo Fucci, il dirigente della Polpost ha voluto lanciare un appello alla popolazione, soprattutto a tutte quelle persone che restano nel ‘sommerso’, forse per vergogna.
«Casi del genere sono assolutamente in espansione, quindi il punto più importante è la denuncia – ha spiegato Vecchio -. Invitiamo tutti coloro i quali sono vittime di questi reati odiosi e che possono avere sfaccettature molto pericolose a rivolgersi a noi, perché solo tramite la denuncia si mette in condizione l’istituzione di lavorare al meglio. Naturalmente bisogna avere il coraggio di farlo e queste tipologie di reati purtroppo prevedono delle condizioni personali intime. Si parla ad esempio di una relazione sentimentale che nasce su un social network, quindi chi si trova coinvolto non ha la forza di rendere nota la propria identità. Questa è la prima grande problematica ma quando viene superata permette a noi di lavorare in modo repentino».
La celerità dell’intervento della Polizia Postale è uno degli elementi che consente agli operatori di ottenere subito il risultato, quindi di individuare i criminali e garantire giustizia ai malcapitati.
Il dirigente ha poi tracciato una sorta di ‘modus operandi’ dei malfattori del web, di non facile individuazione e verso cui però occorre stare attenti utilizzando delle accortezze. Ciò che, inoltre, serve ad attenuare il pericolo è la stretta interconnessione che la Sezione di Isernia e il Compartimento Molise hanno con Poste Italiane.
«Ogni social ha le sue regole, ma i meccanismi di base truffaldini ed estorsivi sono più o meno gli stessi – ha proseguito Vecchio -. Si usano spesso profili di donne avvenenti che iniziano una relazione virtuale sentimentale, promettendo un incontro che però non avviene mai e che è preceduto da una richiesta di denaro. Questo è il primo campanello d’allarme. Un secondo ‘alert’ arriva quando non si risponde alla richiesta di soldi. In quel caso l’atteggiamento della presunta fidanzata diventa aggressivo e subentrano altri personaggi come un fratello o il padre e lì inizia a concretizzarsi il processo-truffa».
Valentina Ciarlante

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