Ricordiamo con piacere le proteste di una signora, romana di nascita ma isernina d’adozione, che ha sempre combattuto con ostinazione per far abbattere tutte le barriere esistenti a Isernia. Una persona attiva e dinamica nonostante sia stata costretta a muoversi su uno “scooter”. Un’intenzione al limite del realizzabile, visto che esistono più barriere che accessi. Grazie alle sue battaglie molte cose sono cambiate anche se c’è ancora molto da fare. Barriere non solo materiali ma anche mentali e culturali. Molte persone disabili sono costrette a muoversi tra tante difficoltà, intrappolate tra gradini, paletti, grate, pali della luce piazzati nel bel mezzo dei marciapiedi. Una persona disabile, fino a poco tempo fa, non aveva il diritto di accedere in molti uffici pubblici. Grazie alle sue battaglie molta strada è stata fatta. Anche l’amministrazione comunale di Isernia ha realizzato una serie di scivoli ai marciapiedi della città, anche se in molti casi il posizionamento di alcuni punti luce, al centro di un marciapiede, blocca di fatto il passaggio a un disabile. Poi ci sono gli incivili. Basta fare un giro per notare che alcuni automobilisti, per così dire poco attenti, lasciano la vettura parcheggiata proprio in corrispondenza degli scivoli. Anzi qualcuno li trova tanto comodi da salirci sopra con le ruote. La prima cosa da rimuovere sono le barriere mentali che le persone cosiddette normali hanno nei confronti di quelle con un’esistenza difficile. A partire dagli amministratori, e quindi tutti noi cittadini, dovremmo imparare a pensare qualche volta al di là del tetto di casa nostra, tenendo presente i problemi degli altri prima che i nostri. E gli amministratori, potrebbero quanto meno, limitarsi ad applicare le leggi con il preciso e inderogabile intento di sensibilizzare su una problematica che, riguardando le persone affette da disabilità, coinvolge interamente la società, con evidenti contraccolpi a livello sociale, economico e ovviamente morale. È triste, a volte, essere costretti a notare l’assenza di ogni forma di informazione e sensibilizzazione da parte di quelle strutture che dovrebbero sentire la più profonda responsabilità.