Il dolore lascia spazio alla rabbia. Lo fa nelle parole del fratello di Stefania Cancelliere. Lui, che quella storia l’aveva vista degenerare sotto i suoi occhi, adesso dice: “Nessuno ha capito che poteva arrivare la tragedia. Andava fermato”. Eppure nessuno ha bloccato Roberto Colombo, il medico lombardo che mercoledì ha massacrato la moglie, l’isernina Stefania Cancelliere, con 80 colpi di matterello. Il negozio della famiglia della giovane è ancora chiuso: sulla saracinesca la scritta ‘‘lutto’. Sono ancora tutti scossi per quella tragedia che, mai come questa volta, era stata annunciata. C’era stata quella denuncia per stalking di lei che non aveva avuto alcun seguito. Lo dice a chiare lettere il fratello della vittima, rilasciando una breve dichiarazione ai giornali lombardi. “Lui non si rassegnava alla separazione — racconta il fratello di lei — voleva riprendere la relazione, non accettava l’allontanamento.Tornava sempre all’attacco con un’insistenza insostenibile. Per questo nostra sorella aveva sporto denuncia per stalking ma nessuno ha ritenuto che le persecuzioni potessero sfociare davvero in una tragedia”. Eppure il dolore è arrivato prepotente nella vita di tutta la famiglia. In cinque minuti di follia, lo stimato medico ha impugnato un banale attrezzo da cucina e fracassato il cranio della donna, la mamma dei suoi figli. La donna è morta dopo ore di agonia. Non si dà pace nemmeno il suo nuovo amore, un insegnante di ballo con il quale aveva intrecciato una relazione: “Era una donna straordinaria, con un cuore immenso e un sorriso che riempiva di gioia. Adorava i suoi tre figli con cui a giorni sarebbe dovuta partire per il mare. Era una mamma perfetta. Aveva tanti sogni e nuovi progetti, ma quell’assassino ha spazzato via tutto, distruggendo la sua vita e quella dei bambini” dice l’uomo ai giornali lombardi. Anche lui insiste sulla questione della possibilità di capire cosa stesse succedendo: “Stefania aveva sporto una sola denuncia contro il suo ex marito un anno fa perché non voleva che i figli soffrissero di fronte all’immagine di un padre così violento con la loro madre. Ma anche negli ultimi mesi lui la perseguitava, non accettava che il matrimonio fosse finito. Non si rassegnava ad averla persa . Voleva riprendere la relazione, ma nonostante un crescendo di scenate rabbiose, Stefania preferiva subire in silenzio. Quel maledetto pomeriggio era rientrata a casa col bambino più piccolo in braccio. L’aveva lasciato di corsa alla baby-sitter ed era uscita di nuovo, questa volta insieme al figlio più grande con cui doveva andare a scuola a ritirare la sua pagella”. Una tragedia che, però, non deve finire nel dimenticatoio. Sia dalla Lombardia che dal Molise le reazioni a questo nuovo caso di violenza sulle donne sta sollevando indignazione unanime anche a livello politico, rilanciando la questione dell’introduzione del femminicidio come reato. Sul fronte delle indagini saranno cruciali i prossimi giorni nel corso dei quali di terrà anche l’interrogatorio di garanzia di Colombo, attualmente detenuto in carcere. Il medico rifiuta il cibo e si è chiuso in un profondo silenzio che potrebbe rompere solo per l’interrogatorio di garanzia.