Le vere criticità per la provincia di Isernia sono rappresentate dalla mancanza di lavoro e infrastrutture. L’emergenza migranti è, invece, «un falso problema». Lo ha ribadito il prefetto Fernando Guida che, ieri mattina, ha salutato la stampa prima lasciare la città e raggiungere Crotone dove assumerà il nuovo incarico. Un’occasione per salutare il Molise, ma anche per tracciare un bilancio dei suoi tre anni al vertice della Prefettura.
Per quel che concerne il fenomeno migratorio «lo sempre voluto sfatare determinati miti – ha sottolineato Guida – che sono stati creati ad arte in particolare da alcuni amministratori regionali e locali, tra l’altro in un periodo in cui la pressione migratoria era diventata minima. Sappiamo infatti che dal luglio del 2017 ad oggi gli ospiti dei centri di accoglienza temporanei sono diminuiti, passando da 1100 a poco più di 500. Non ci sono stati problemi sul territorio e quindi direi che parlare quasi ogni settimana di immigrazione, a mio modo di vedere è un falso problema e tende a distogliere l’attenzione dei molisani dai problemi reali, come la disoccupazione in primis e, in secondo luogo, la mancanza di infrastrutture. Due problemi strettamente collegati perché se avessimo dei piani di realizzazione di infrastrutture di particolare livello, sicuramente ci sarebbe un incremento dei posti di lavoro dovuto all’impiego di imprese di costruzioni. Settore, quello dell’edilizia, che per decenni ha rappresentato la forza maggiore per il Molise, insieme all’agricoltura.
Fortunatamente, come è emerso dal rapporto della Banca d’Italia, ci sono dei dati confortanti. Il numero dei bandi pubblicati dagli enti locali nel corso dei primi mesi del 2018 si è raddoppiato rispetto all’anno precedente. Bene poi l’export con un incremento del 40% che rappresenta un vero record, rispetto ad altre regioni. Anche la Prefettura insieme alle forze dell’ordine ha cercato di fare la sua parte, perché sappiamo bene che la sicurezza di un territorio è un pre-requisito importante per assicurare lo sviluppo economico di una società. Il fatto di essere tra le 15 province più sicure d’Italia potrebbe attrarre degli investimenti significativi sul territorio. E’ proprio di questi giorni la notizia secondo cui il ministero delle Infrastrutture sta esaminando la possibilità, grazie all’interessamento della Giunta regionale e al nostro piccolo contributo, di assegnare finanziamenti significativi per alcuni dei viadotti più importanti della nostra provincia. Due milioni sono stati già stanziati nella Legge di Bilancio per il Sente, ma dovrebbe essere finanziato anche il viadotto Verrino. A tutto ciò si dovrebbe poi unire anche la superstrada che dovrebbe attraversare tutto il territorio regionale. Se tutto questo sarà realizzato, insieme al potenziamento della linea ferroviaria, sicuramente ci saranno più opportunità di sviluppo».
Fin dal suo arrivo a Isernia, Guida è stato in prima linea anche per risolvere le criticità legate all’inquinamento nella piana di Venafro . Problematica che, almeno in parte, è stata risolta. «Un anno e mezzo fa – ha ricordato – siamo intervenuti con un’apposita ordinanza che ha deviato il traffico dei mezzi pesanti che attraversava il centro abitato di Venafro. Spiegai al presidente della Regione e agli altri amministratori che si trattava solo di un palliativo, di un primo intervento. Ho già detto alla nuova Giunta e al nuovo Consiglio regionale che mi aspetto da loro attraverso il piano ‘Priamo’ che vengano adottate misure strutturali perché le fonti di inquinamento non sono solo gli scarichi dei mezzi pesanti. Problema questo che è stato in parte risolto visto che si è ridotto il livello di biossido di azoto e di pm10, che sono calati sotto i limiti di legge. Sotto questo profilo l’ordinanza ha avuto un ottimo impatto e, la collega che mi sostituirà ha già annunciato che prorogherà tale provvedimento. Occorre però agire anche sugli altri fattori di inquinamento e il nuovo prefetto è già in contatto con il ministro dell’Ambiente per potenziare i controlli sulla qualità dell’aria, dell’acqua e del terreno».
Deborah Di Vincenzo

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