Indagata insieme all’uomo che ha trasformato in un inferno la sua vita. Questo il destino dell’operatrice sociale di Isernia finita al centro delle indagini della Mobile di Campobasso che ha portato alla luce il caso di maltrattamenti subiti dai minori non accompagnati in due centri di accoglienza di Bojano. Strutture gestite dalla 40enne. Ed è proprio lì che ha conosciuto qualche anno fa il 43enne. L’uomo lavorava nei centri come educatore e ora è accusato di aver picchiato cinque ragazzi che, una volta andati via da Bojano hanno trovato la forza di denunciare.
«La mia assistita è una vittima e ora ha paura – ha affermato il suo legale Fabio Milano -. Lei gestiva le due strutture che potevano ospitare fino a 12 e 20 ragazzi. E tutti i giovani ospiti hanno sempre parlato benissimo di lei, la chiamavano mamma, perché li curava e accudiva ogni giorno come se fossero figli suoi».
Ed è proprio sul posto di lavoro che, qualche anno fa, ha conosciuto l’educatore. Si è legata a lui in un momento di particolare fragilità, non potendo certo immaginare che questa relazione avrebbe cambiato la sua vita, facendola precipitare in un incubo. Così come non immaginava che potesse essere stato violento con i ragazzi del centro».
La difesa, alla luce della accuse mosse dalla Procura di Campobasso ha preparando una memoria difensiva. «Sono certo – ha detto ancora Milano – che riusciremo a dimostrare l’estraneità ai fatti della mia assistita».
Come è noto, il 43enne venne arrestato nell’ottobre del 2017. Tutto cominciò quando l’uomo, dopo l’ennesima discussione con la compagna, arrivò nei pressi del ponte Cardarelli e, dopo aver scalvacato la recinzione, minacciò di voler farla finita lasciandosi cadere nel vuoto. A scongiurare il peggio furono gli agenti della polizia stradale che, dopo più di ore, riuscirono a farlo desistere. Solo in un momento successivo si scoprì che, dietro quel gesto disperato, c’era ben altro. Poco dopo quell’episodio, infatti, arrivò in questura la denuncia-querela della 40enne. La donna raccontò agli investigatori che proprio la notte prima del tentato suicidio il suo compagno l’aveva picchiata colpendola ripetutamente con calci, pugni e testate provocandole la rottura delle ossa nasali ed un trauma temporo-mandibolare unito a contusioni multiple su tutto il corpo. Partirono le indagini e fin da subito emerse un quadro preoccupante. La gravità dei fatti, documentati anche attraverso referti medici e le reiterate minacce di morte nei confronti di tutta la famiglia della vittima resero necessario un intervento immediato per consentire alla donna di uscire da quel tunnel di paura e violenza che ha condizionato anche la vita dei suoi due figlioletti. L’uomo, dopo aver trascorso tre mesi in carcere e altrettanti in una comunità a luglio dello scorso anno è tornato in città e ha cercato di nuovo la sua ex. L’ha trovata e l’ha ferita con un coltello. Per questo è stato di nuovo arrestato. Ora nei suoi confronti è stato emesso un divieto di dimora a Isernia.