La rottura accidentale del tubo del gas durante i carotaggi sulla pavimentazione del corso. Sarebbe questa, secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, la causa dell’esplosione che ha causato il crollo di parte della sede municipale a Rocca Di Papa, provocando il ferimento di 16 persone, di cui quattro in maniera grave.
Un errore umano dunque, da parte di tre operai di una ditta dell’Isernino. Secondo quanto ricostruito finora, i dipendenti dell’impresa molisana che ha ottenuto la commessa in subappalto dalla società del Frusinate vincitrice della gara, dopo la rottura accidentale della condotta avrebbero tamponato con una riparazione di fortuna e chiamato l’Italgas per chiedere un intervento. Subito dopo si sono allontanati. Come accertato, la riparazione non avrebbe retto, rilasciando il gas nell’aria e in particolare all’interno della palazzina del Comune che, dopo essersi saturata, è esplosa. Quando i Carabinieri della Compagnia di Frascati sono intervenuti, la caccia agli operai è scattata immediatamente. I tre, come riferito dai principali organi d’informazione della capitale, sono stati rintracciati mentre tornavano a casa e sono stati invitati a tornare in provincia di Roma per essere sentiti. Nel pomeriggio di lunedì sono stati ascoltati dal pm nella sede del Nucleo operativo della compagnia di Frascati. «La posizione dei tre operai che hanno eseguito il lavoro – ha dichiarato a Il Messaggero Francesco Prete capo della Procura della Repubblica di Velletri che coordina le indagini – è al vaglio degli inquirenti. Loro hanno giustificato il loro allontanamento dicendo che, avendo dato l’allarme non avevano altro da fare. Altri avrebbero dovuto. Se ne sono andati, ma non vuol dire che sono scappati, anche perché sostengono che se fossero rimasti con il camion in mezzo alla strada avrebbero solamente dato fastidio». Quindi l’ipotesi che i tre si fossero allontanati dopo aver danneggiato la tubatura del gas senza lanciare l’allarme? «È una ipotesi inesatta ».
Intanto nel pomeriggio di ieri la procura di Velletri ha proceduto all’iscrizione di tre persone nell’ambito dell’indagine avviata dopo l’esplosione. Si tratta un geologo, il titolare della ditta di Frosinone che stava effettuando i lavori e il fratello, esecutore dell’operazione. Nei loro confronti l’accusa è di disastro colposo e lesioni gravi o gravissime colpose. Posto sotto sequestro l’ immobile del palazzo comunale. Al geologo il comune aveva affidato una serie di test su eventuali cavità presenti al di sotto degli uffici che ospitano il municipio in prossimità dei quali è avvenuta la deflagrazione per una fuga di gas. Il geologo poi aveva affidato i lavori di perforazione alla ditta di Frosinone,
I feriti. Rimangono ricoverati in prognosi riservata al Centro Grandi Ustionati dell’ospedale Sant’Eugenio il sindaco di Rocca di Papa, Emanuele Crestini, e un suo delegato, rimasti feriti nell’ esplosione. A quanto rende noto la direzione generale della Asl Rm2, le condizioni sono stabili. Crestini, che presenta una percentuale di ustione del 34%, «è attualmente assistito in ventilazione meccanica e anche il suo delegato con ustioni del 44%». Complessivamente sono quattro i pazienti ricoverati al Sant’Eugenio. Arrivati in codice rosso, hanno ustioni di secondo grado profondo e terzo grado, su una superficie corporea compresa tra il 11% e il 44%.