Inserire i pazienti nella Breast Unit del Cardarelli di Campobasso, ma senza spostare la sede degli interventi chirurgici, in modo che possano continuare ad essere programmati ed eseguiti a Isernia nel reparto di Ginecologia o Chirurgia, per mantenere la piena funzionalità del centro di Senologia.
Questa, in sintesi, la proposta venuta fuori dal vertice che si è tenuto ieri nel capoluogo pentro con il direttore amministrativo dell’Asrem Antonio Forciniti. E che, nei prossimi giorni, dovrà essere ratificata dal direttore sanitario Antonio Lucchetti.
Si riaccende la speranza per le tante pazienti che hanno raggiunto il presidio sanitario pentro, accogliendo l’appello del comitato ‘In seno al problema’ per difendere un servizio ritenuto fondamentale. Numerosi i cittadini che, insieme a diversi esponenti politici hanno partecipato al sit-in per fare sentire la loro voce. La protesta è riesplosa quando, nei giorni scorsi, l’azienda sanitaria ha comunicato che da questo momento in poi i medici Ettore Rispoli e Francesca Scarabeo possono praticare solo chirurgia minore della mammella, ovvero possono trattare solo cisti del derma, effettuare visite ed ecografie senologiche, demandando i casi più complessi alla dirigenza della Breast Unit istituita al Cardarelli. Una decisione che ha determinato una nuova e forte presa di posizione da parte della comunità pentra, che non ci sta a veder smantellare un centro di eccellenza. «Vogliamo restare a Isernia per tutelare utenza e territorio – ha affermato la dottoressa Scarabeo -. E vogliamo ringraziare il coraggio delle donne, la loro determinazione a difendere la propria salute. Grazie – ha detto ancora – all’aiuto dimostrato da tutti».
La rabbia dei cittadini. La giornata di protesta è iniziata ieri mattina alle ore 10, nel piazzale del ‘Veneziale’. Nei volti delle pazienti e dei tanti cittadini si leggeva chiaramente la rabbia per un provvedimento considerato, all’unanimità, profondamente ingiusto. «Torniamo in piazza – hanno affermato – per i nostri diritti. Siamo stanchi di pagare per errori commessi da altri. Ma perché devono essere sempre i cittadini a pagare? Siamo stanchi, ma non ci arrenderemo, daremo ‘fastidio’. Trasferire gli interventi a Campobasso o a Termoli non è la soluzione. I problemi saranno gli stessi perché mancano gli anestesisti. I medici in Molise non vogliono venire, perché sono costretti a turni massacranti e non ce la fanno. La colpa non è dei dottori».
La diffida. L’avvocato Oreste Scurti, ha annunciato di aver presentato una diffida per conto di Rispoli e Scarabeo, per impugnare il provvedimento dell’Asrem. «Questa – ha sottolineato il legale – è l’ennesima pugnalata ad Isernia e al suo ospedale. Quel che funziona viene chiuso. Se ci sono dei medici bravi li mandano via. Questo è quel che noi contestiamo principalmente, perché Isernia viene continuamente ‘bombardata’ dalla politica, responsabile di quel che sta accadendo. Non condividiamo la logica del risparmio, perché le persone non possono essere trattate come merce di scambio. Se la politica ha creato un debito ne risponda».
La protesta sul tavolo del ministro. Al sit-in di ieri mattina era presente anche la segretaria cittadina del Pd Maria Teresa D’Achille, che ha annunciato di aver interpellato la parlamentare di Leu Giuseppina Occhionero, che ha già sottoposto la questione al ministro della Salute Roberto Speranza. «L’attenzione – ha affermato – va spostata a livello nazionale. Considerando che al momento l’unica responsabile di queste scelte sbagliate è solo ed esclusivamente l’Asrem e, quindi, la Regione Molise, che ora deve dire cosa vuole fare. Noi non ci fermeremo e, quindi, tutti insieme dobbiamo rivolgerci al ministro. Abbiamo un’arma importante: quella di essere ascoltati dal titolare del dicastero della Salute. Anche perché non dobbiamo dimenticare una cosa fondamentale: il nuovo piano operativo sanitario non è stato ancora varato, per questo siamo ancora in tempo e dobbiamo continuare a far sentire la nostra voce».
La preoccupazione del sindaco. Non ha partecipato alla manifestazione di protesta, ma attraverso una nota, il sindaco di Isernia Giacomo d’Apollonio, ha espresso la sua preoccupazione rispetto alla situazione. «Sono preoccupato per le notizie che si susseguono in queste ore – ha affermato -. Ancorché annunciata da tempo, la decisione di ridimensionare le attività dei medici di senologia a Isernia per destinare gli interventi più delicati nel solo ospedale di Campobasso è un ulteriore segno di impoverimento dei servizi ospedalieri del Veneziale. Lo affermo – ha continuato d’Apollonio – nonostante il reparto di senologia a Isernia non sia stato mai formalmente istituito ma agiva come importante funzione di altro reparto. È noto, infatti, che i medici e gli operatori isernini che prestano cure senologiche hanno sempre dimostrato una straordinaria efficienza ed elevate capacità professionali. Esprimo loro la mia solidarietà rispetto a questa vicenda. Assicuro, infine – ha concluso d’Apollonio -, di intervenire sempre, per quanto nelle mie possibilità, in difesa costante e decisa dei servizi sanitari della mia città».
L’intervento del governatore. Sul caso di Senologia e, più in generale, sulla riorganizzazione del sistema sanitario molisano è intervenuto anche il presidente della Regione Molise Donato Toma. «La riorganizzazione – ha sottolineato – deve essere prima di tutto calata sul territorio, dopo aver ascoltato tutte le parti interessate. Ritengo che possa essere condotta al meglio, perché non tutti i mali vengono per nuocere. Però dobbiamo essere noi i protagonisti della nostra riorganizzazione. Oggi siamo costretti a seguire delle linee organizzative che ci vengono dettate. Assistiamo alla riorganizzazione della nostra sanità senza poter intervenire. Ai cittadini dico – ha concluso – non vi preoccupate, perché il vostro presidente non vi lascia da soli».
Deborah Di Vincenzo