Isernia città ‘green’?: i dati dicono di no. Perdendo ben 43 posizioni rispetto allo scorso anno, il capoluogo pentro precipita al 99esimo posto della speciale graduatoria stilata da Legambiente-Ambiente Italia e il Sole 24 Ore sull’Ecosistema Urbano.
Come è noto, il rapporto annuale misura le prestazioni dei capoluoghi italiani in cinque categorie: aria, acqua, rifiuti, mobilità e ambiente. Un appuntamento che ormai da 26 anni consente di raccontare la qualità dell’ambiente delle città e, quindi, l’evoluzione della qualità della vita della popolazione. Confrontando i trend storici, emergono le città che hanno migliorato le performance ambientali e quelle che invece, come Isernia, sono sensibilmente peggiorate.
« Il punteggio nella classifica finale, in centesimi – si legge nello studio pubblicato dal quotidiano economico -, viene assegnato sulla base dei risultati qualitativi ottenuti nei 18 indicatori considerati da Ecosistema Urbano e che coprono sei aree tematiche: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia. I punteggi assegnati per ciascun indicatore identificano il tasso di sostenibilità della città reale rispetto a una città ideale (non troppo utopica visto che esiste almeno una città che raggiunge il massimo dei punti assegnabili per ognuno dei 18 indici considerati). Nel computo complessivo va considerata poi l’assegnazione di un “bonus” per le città che si contraddistinguono in quattro ambiti: recupero e gestione acque, ciclo dei rifiuti, efficienza di gestione del trasporto pubblico, modal share. Il bonus è pari a un terzo del peso complessivo degli indicatori che si riferiscono all’ambito prescelto».
Tenendo conto dei vari indicatori che vanno dalla dispersione della rete idrica ai trasporti, passando per le isole pedonali alla capacità di depurazione, Isernia non figura mai tra le prime città d’Italia. Fanno eccezione due casi. Il primo riguarda gli incidenti stradali: il capoluogo pentro è al terzo posto in Italia delle città dove se ne verificano meno. Altro aspetto virtuoso riguarda invece la produzione di rifiuti urbani pro-capite. In questo caso Isernia è al settimo posto con 413 chilogrammi per abitante.
I risultati sono stati presentati ieri mattina a Mantova, da Mirko Laurenti, responsabile di Ecosistema Urbano di Legambiente e Lorenzo Bono, di Ambiente Italia. «Un’occasione – evidenzia Legambiente – per ragionare di un’agenda nazionale urbana per mettere in rete le città e renderle sostenibili, sicure e inclusive con i sindaci e gli amministratori dei capoluoghi; di come far diventare nazionale una questione solo apparentemente locale, come dare gambe e risorse economiche ai municipi, come favorire un processo nuovo che affronti insieme i temi delle periferie e dell’inclusione, della mobilità e dell’accessibilità, della casa e del lavoro, delle competenze per l’economia locale e circolare, della qualità dell’aria e dei terreni, del consumo di suolo e dello spazio pubblico». Trento, Mantova, Bolzano, Pordenone e Parma sono le città in testa alla classifica . Con qualche alto e basso, rappresentano da anni l’eccellenza: Trento sale dal quarto al primo posto, segue Mantova, ancora una volta il terzo posto è di Bolzano, poi Pordenone che sale dalla sesta alla quarta posizione e Parma che passa dalla seconda alla quinta.