Tra paventati tagli e troppe incertezze, il futuro dell’ospedale “Veneziale” – e più in generale della sanità pubblica in provincia di Isernia – continua a destare preoccupazione. Ci sono i timori dei cittadini che vedono sempre più a rischio il loro diritto a curarsi nelle strutture del territorio e, naturalmente, ci sono quelli degli amministratori. In campo sono scesi i sindaci che, ormai da tempo, chiedono di avere risposte e di poter dire la loro in merito al nuovo Pos. Ma ad oggi nessuna risposta. Per questo domani i 24 primi cittadini dell’Ambito territoriale sociale si sono dati appuntamento a Isernia per studiare il da farsi.
Stando a quanto si è appreso, infatti, stanno ancora aspettando di poter confrontarsi con il commissario alla Sanità Angelo Giustini, con il sub commissario Ida Grossi e con i vertici dell’Asrem (la neo commissaria Virginia Scafarto).
Lo scorso 31 ottobre, il sindaco del capoluogo Giacomo d’Apollonio, aveva inviato loro una lettera, a nome di tutti gli amministratori dell’Ambito, per ottenere un incontro urgente. Ma al momento nessuna risposta. Anche il prefetto Cinzia Guercio, incontrata proprio dai sindaci, al termine di una lunga giornata di protesta, si era fatta portavoce delle istanze del territorio, chiedendo a Giustini un vertice in tempi brevi.
Un clima di incertezza che contribuisce ad alimentare malumori e proteste. «Sento il dovere di rappresentare un forte stato di malessere – aveva evidenziato d’Apollonio nella sua missiva – che si avverte in questa Città e in tutta l’area ad essa circostante per il grado di assistenza che viene assicurato presso l’ospedale “Veneziale” di Isernia e, soprattutto, per le prospettive che si delineano all’orizzonte, che sembrano evocare ulteriori gravi tagli ai servizi erogati. I cittadini – aveva inoltre scritto – sono allarmati per le paventate riduzioni dei servizi che, stando ad indiscrezioni raccolte anche dagli organi di stampa, riguarderebbero settori particolarmente sensibili quali le malattie tempo-dipendenti e le emergenze-urgenze, nonché reparti il cui ridimensionamento arrecherebbe forti ripercussioni su pazienti affetti da gravi patologie e costretti a terapie salvavita lunghe e faticose».
I sindaci torneranno dunque a incontrarsi e, in assenza di risposte, non possono escludersi manifestazioni di protesta, anche eclatanti.
ddv