L’edilizia mostra timidi segnali di ripresa ma, al contempo, si assiste a una riduzione delle esportazioni, nello specifico legata al calo delle vendite delle auto all’estero. Segnali negativi hanno interessato anche il comparto turistico, mentre a fare da traino sono ancora il settore alimentare e quello chimico.
Un quadro a tinte fosche quello venuto fuori dall’aggiornamento congiunturale dell’economia del Molise curato dalla Banca d’Italia e presentato ieri mattina in Prefettura a Isernia dal direttore della filiale di Campobasso Marcello Malamisura. «Il quadro tracciato parla di un’economia sostanzialmente stazionaria – ha affermato -. Segnali non particolarmente positivi caratterizzano il settore dell’industria, dove si registra una sostanziale stabilità del volume delle vendite. L’andamento delle esportazioni nel complesso regionale segna una riduzione, fortemente influenzato da un deciso calo nel settore dell’automotive. Altri settori, come quello chimico e alimentare, registrano comunque risultati positivi».
Edilizia. Nel comparto delle costruzioni si assiste a un, seppur lieve, miglioramento. «Abbiamo ascoltato delle aziende – ha detto ancora Malamisura – che ci hanno manifestato dei segnali di ripresa nei volumi della produzione e delle ore lavorate. Segnali, al contrario, non favorevoli arrivano dal settore dei servizi, in particolare nei primi mesi dell’anno, con un calo di presenze nel comparto turistico. Tutto ciò si è riflesso in una spesa per investimenti delle imprese che si mantiene ancora molto debole, condizionata da un clima di incertezza sulle prospettive di ripresa dell’economia». Tuttavia il rapporto evidenzia che la debole fase ciclica e le prospettive ancora incerte condizionano le decisioni di investimento delle imprese: il processo di accumulazione del capitale stenta così a riavviarsi e i piani previsti per il prossimo anno non prefigurano una significativa espansione della spesa. Va meglio sul versante delle opere pubbliche, visto che secondo i dati del Cresme l’importo complessivo dei bandi pubblicati nel primo semestre del 2019 è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2018.
Export. «Nel primo semestre del 2019 le esportazioni di merci dal Molise sono diminuite a prezzi correnti del 6,9% – si legge nel rapporto – rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La riduzione è riconducibile alla componente dei mezzi di trasporto (parti e motori per autoveicoli). Al netto di questa categoria merceologica le esportazioni sono cresciute del 15,7%, sostenute principalmente dalle vendite del settore della gomma e plastica e di quello alimentare. Tra i mercati di destinazione, le vendite di beni nei paesi dell’Unione europea sono aumentate di oltre il 10%: l’espansione delle vendite in Germania e nel Regno Unito (in particolare prodotti chimici e articoli in plastica) e di quelle in Francia (prodotti alimentari) hanno più che bilanciato il marcato calo nei Paesi Bassi (riconducibile ai prodotti chimici, di cui il paese resta il principale importatore). Le esportazioni al di fuori della UE sono invece diminuite, risentendo della riduzione delle vendite del settore dell’automotive (che ne rappresentano oltre il 60 %) negli Stati Uniti e in Cina.
Lavoro. Nel mercato del lavoro l’occupazione è cresciuta a un ritmo attenuato rispetto al 2018: il divario nel confronto con i livelli pre-crisi, già colmato in Italia, resta significativo. La diminuzione del numero di persone in cerca di occupazione e la contestuale crescita delle forze di lavoro hanno determinato una riduzione del tasso di disoccupazione. Il ricorso alla Cassa integrazione guadagni è tornato ad aumentare sensibilmente, per effetto di interventi sia ordinari sia straordinari nell’industria manifatturiera. «Il tasso di occupazione – evidenzia il rapporto – è aumentato al 53,6% nella media del semestre anche per effetto del calo della popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni. Il maggior numero di occupati si è riflesso in un aumento delle forze di lavoro, nonostante la riduzione delle persone in cerca di occupazione. Il tasso di disoccupazione è sceso al 12,6% (dal 13% del 2018), un valore che si conferma sensibilmente inferiore a quello del Mezzogiorno (18,3%) e più elevato di oltre 2 punti percentuali di quello nazionale (10,4%).
Prestiti e risparmi. Nei primi mesi dell’anno i prestiti bancari al settore privato non finanziario sono rimasti sostanzialmente stabili, a fronte dell’incremento rilevato in Italia e nel Mezzogiorno. I finanziamenti alle imprese si sono ridotti, risentendo di una domanda di credito ancora debole e di un lieve irrigidimento delle condizioni di offerta. La crescita del credito alle famiglie è stata sostenuta soprattutto dal credito al consumo, a fronte di un rallentamento dei prestiti per l’acquisto di abitazioni. La qualità del credito è rimasta nel complesso invariata rispetto allo scorso anno, mostrando tuttavia un lieve peggioramento per le imprese. La crescita dei depositi bancari è proseguita, alimentata dal risparmio delle famiglie e dall’accumulazione di risorse liquide da parte delle imprese. Crescono dunque i risparmi che possono essere legati, ad avviso del direttore della filiale molisana della Banca d’Italia «a un atteggiamento di maggiore cautela da parte delle famiglie – ha evidenziato – che preferiscono mantenere anche una scorta di liquidità nell’incertezza delle decisioni da dover prendere in merito al loro futuro in un contesto ancora da decifrare». Deborah Di Vincenzo

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