Va avanti in Corte d’Assise a Campobasso il processo per omicidio partito ormai da qualche mese per fare luce sulle reali cause della morte di Fabio De Luca, il detenuto che perse la vita per via dei traumi riportati all’interno della cella 110 del carcere di Isernia nel novembre di cinque anni fa.
Ieri mattina nuova udienza del procedimento che vede imputati Francesco Formigli ed Elia Tatangelo. In Aula è stata ricostruita tutta l’attività di indagine portata avanti dalla polizia giudiziaria per ricostruire il caso. Visionati, tra l’altro, anche i filmati estrapolati dal sistema di videosorveglianza del corridoio del penitenziario pentro per stabilire cosa sia accaduto immediatamente prima e subito dopo l’episodio. Si torna in aula il 31 gennaio prossimo. Saranno ascoltati in quell’occasione altri 9 testimoni del pm: l’ex fidanzata di De Luca e un familiare della donna, un ispettore della Polizia Penitenziaria e sei detenuti all’epoca dei fatti.
Nelle scorse settimane, invece, il gup del tribunale di Isernia ha disposto una nuova perizia.
Cosa è accaduto dunque nella cella 110? Quella sera di novembre il detenuto venne trasferito in gravi condizioni al Cardarelli di Campobasso e morì in ospedale dopo otto giorni. In un primo momento si pensò a una caduta accidentale dal letto a castello del carcere, dove il 45enne salì per recuperare una gruccia. Il caso venne affidato alla Squadra Mobile di Campobasso, che eseguì le indagini su delega della Procura di Isernia.
L’autopsia, eseguita due giorni dopo morte di De Luca stabilì che le ferite sul corpo di De Luca erano, in sostanza non compatibili con una caduta accidentale. Il medico legale Vincenzo Vecchione, nella sua relazione, parlò di ‘trauma cranico multifocale. Ciò fece pertanto pensare alla morte provocata da un pestaggio in cella. I sospetti si concentrarono su tre ex compagni di detenzione della vittima. Ultimate le indagini, vennero accusati a vario titolo di omicidio dalla Procura di Isernia e arrestati nel novembre del 2015. In sostanza per gli investigatori le lesioni sul corpo di De Luca erano incompatibili con una caduta accidentale in quanto oltre al colpo alla nuca si è stabilì con certezza che De Luca venne colpito al cranio in più punti con un corpo contundente, a superficie liscia, forse ricoperto da un panno.
La famiglia della vittima, parte civile nel processo in corso a Campobasso e nel rito abbreviato che si sta tenendo a Isernia, è assistita dall’avvocato Salvatore Galeazzo. «I familiari – ha ribadito il legale – vogliono solo conoscere la verità e capire cosa sia realmente successo quella sera».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.