Isernia capitale italiana della cultura 2021? All’indomani dell’ufficializzazione della candidatura si anima il dibattito in merito a tale opportunità, che in questi giorni sta dividendo l’opinione pubblica. Una scelta, quella del Comune, non proprio apprezzata da tutti. In tanti, soprattutto sui social, hanno bocciato l’idea per le motivazioni più svariate. C’è chi sostiene che il capoluogo pentro non può competere con le altre città in corsa, perché nell’elenco figurano località che hanno già consolidato una buona tradizione culturale e artistica, insieme ad altre che offrono servizi ottimali, mentre a Isernia le criticità sono ancora tante. E non sono mancati gli attacchi all’amministrazione, con tanto di invito ad occuparsi dei problemi seri, senza correre dietro a sogni irrealizzabili. Ma ambire a questo riconoscimento è davvero così impossibile? In realtà non la pensano tutti così. Tanti anche gli isernini che, invece, sono convinti che le potenzialità ci sono. Ma serve un progetto in grado di convincere gli esperti del Mibact, che valuteranno le varie proposte delle 44 città in gara. E allora è necessario rimboccarsi le maniche, perché – su questo tutti d’accordo – si tratta di un’occasione unica. E l’invito a ‘unire le forze’ per affrontare questa grande sfida arriva dal sindaco Giacomo d’Apollonio, che ha chiesto il sostegno dell’intera comunità. «Già un anno fa – ha ricordato il primo cittadino – avevamo pensato di candidare Isernia come capitale italiana della cultura 2020, ma non è stato possibile farlo per una serie di problemi interni, di tipo amministrativo, che non ci hanno concesso la serenità adeguata per proporre la nostra candidatura. E così lo abbiamo fatto quest’anno. In accordo con l’assessorato alla Cultura, sono sempre stato dell’idea che è necessario puntare in alto, per dare alla nostra città il meglio. Questa è un’occasione preziosa per dare la giusta visibilità e per far crescere la nostra collettività. Abbiamo una storia che non è seconda a nessuno. Abbiamo tradizioni importanti e per questo resto convinto che questo passo andava fatto. Ci sono candidature da parte di tante realtà del Paese con cui ci confronteremo serenamente. Faremo il possibile per ottenere questo risultato, perché ci crediamo, anche se siamo assolutamente coscienti che non tratti di un’impresa facile».
Ufficializzate le candidature, il ministero ha dettato i tempi. Entro il 2 marzo dovranno essere presentate i dossier di candidatura, che verranno esaminati da una giuria composta da sette esperti di chiara fama. Si arriverà poi entro il 30 aprile alla selezione di un massimo di dieci progetti finalisti da invitare in audizione. La città Capitale Italiana della Cultura 2021 verrà scelta esclusivamente sulla base di questi colloqui entro il 10 giugno, quando la giuria indicherà pubblicamente al ministro per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo la candidatura più idonea da formalizzare con delibera del Consiglio dei Ministri. «Al momento – ha detto infine il sindaco – abbiamo presentato una manifestazione di interesse e la candidatura ci è stata concessa. Ora dobbiamo lavorare sui progetti. Ci impegneremo al massimo per raggiungere l’obiettivo, anche se non sarà impresa semplice».