Omicidio colposo. Questa l’ipotesi di reato formulata nei confronti del primario del Pronto Soccorso del ‘Veneziale’ di Isernia Lucio Pastore, rinviato a giudizio per la morte di una signora di Sant’Agapito, deceduta mentre era in attesa di ricevere le cure nel reparto di Emergenza. Accade anche questo in una struttura che combatte da troppo tempo con la carenza cronica di personale, con i medici costretti a turni massacranti per provare a garantire la giusta assistenza ai pazienti. A commentare l’episodio specifico è lo stesso primario. «Sono conosciuto – ha affermato Pastore – per aver denunciato sempre la pericolosità di un sistema che si andava generando. Abbiamo fascicoli inviati all’Asrem, ma abbiamo anche interessato le Prefetture e la Procura, denunciando che il modo in cui ci stanno facendo lavorare è pericoloso. Succede che un paziente muore in un marasma totale, con più di trenta pazienti presenti nella struttura. Chi è che viene incolpato? Io. Neppure l’altro medico che, prima di me, aveva visitato la paziente viene incolpato. L’unico sono io. Sono ritenuto responsabile, anche se da sempre denuncio la pericolosità della situazione in cui siamo costretti a lavorare. Vedremo in Tribunale se sono davvero responsabile, nonostante il mio atteggiamento di rispetto e di cura dei pazienti».
Intanto quello di ieri è stato il terzo giorno di blocco delle sale operatorie del ‘Veneziale’. I medici garantiscono solo le urgenze mentre gli interventi programmati sono stati rinviati a data da definirsi. «Si tratta di una conseguenza – ha detto ancora Pastore – della riduzione della possibilità di turni aggiuntivi. Attualmente il sistema si mantiene nell’assenza di medici, dopo che sono stati ‘rottamati’ da Iorio e dopo il blocco del turnover. Bloccando i turni aggiuntivi il sistema crolla».
L’impossibilità di svolgere attività aggiuntiva comporta la paralisi del sistema. Basti considerare che alcuni professionisti vantano un surplus di quasi 500 ore. «Ora è subentrata la gestione commissariale – ha detto ancora il primario del Pronto Soccorso – con una persona che sembra competente. Non si riesce a comprendere come possa voler far funzionare il sistema fermando l’attività aggiuntiva, che sicuramente è una maniera estremamente anomala e costosa di gestire, però in assenza di personale, è l’unica. Da qui sono nate le ultime tensioni. Allo stesso tempo va detto che queste prestazioni aggiuntive stanno creando arricchimento per alcuni, ma essenzialmente determinano una disfunzione della qualità del sistema che è bestiale». Il servizio sanitario pubblico sta implodendo per carenza di personale e per esiguità di risorse. Per scongiurare il crollo dell’intero sistema occorre una programmazione seria sul breve e lungo periodo, ad iniziare dai concorsi. «Quello che sta accadendo – ha evidenziato ancora una volta Pastore – è sotto gli occhi di tutti. La situazione – ha detto infine – è disperata».
ppm