Dieci proposte progettuali sono state già recapitate al Comune e – stando alle previsioni – entro oggi il numero potrebbe anche raddoppiare. Scade infatti a mezzogiorno il termine fissato per la presentazione delle manifestazioni di interesse da parte del territorio per dare forma al dossier di candidatura di Isernia, in corsa per ottenere il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2021.
Una sfida avvincente che sta creando grande fermento in città e non solo, diverse anche le idee che stanno giungendo dai centri limitrofi perché è chiaro: ottenere l’ambito riconoscimento da parte del Mibact rappresenta un’occasione unica non solo per il capoluogo pentro, ma anche per tutta la provincia e l’intera regione.
Il ministero ha già dettato i tempi. I dossier dovranno essere presentati entro il 2 marzo. Per questo la commissione tecnica composta da Mauro Gioielli, Emilia Vitullo e Gabriele Venditti , già da oggi sarà al lavoro per esaminare le varie proposte. Il sindaco Giacomo d’Apollonio ha ritenuto di dover nominare una commissione ‘snella e qualificata’, che dopo la valutazione delle proposte progettuali «dovrà rendere ai competenti organi comunali un circostanziato parere ai fini della ammissibilità delle proposte stesse, alla luce degli obiettivi che il conferimento di titolo di Capitale della Cultura si prefigge».
I dossier di candidatura, da parte delle 41 località in gara, dovranno essere presentati entro il 2 marzo, per arrivare entro il 30 aprile alla selezione di un massimo di dieci progetti finalisti da invitare in audizione. La città Capitale Italiana della Cultura 2021 verrà scelta esclusivamente sulla base di questi colloqui entro il 10 giugno, quando la giuria indicherà pubblicamente al ministro per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo la candidatura più idonea da formalizzare con delibera del Consiglio dei Ministri.
In corsa, dopo il passo indietro di Pordenone, Livorno e Barletta restano 41 località italiane. Oltre a Isernia la sfida coinvolge L’Aquila, Venosa, Tropea, Capaccio Paestum, Castellammare di Stabia, Giffoni Valle Piana, Padula, Procida, Teggiano, Ferrara, Unione dei Comuni della Bassa Reggiana, Unione dei Comuni della Romagna Forlivese, Arpino, Cerveteri, Genova; Vigevano; Ancona, Fano, Verbania, Bari, Molfetta, San Severo, Taranto, Trani, Unione Comuni Grecia Salentina, Arezzo, Pisa, Volterra, Carbonia, San Sperate, Catania, Modica, Palma di Montechiaro, Scicli, Trapani, Belluno, Feltre, Pieve di Soligo e Verona.
Come è noto, l’iniziativa è volta a sostenere, incoraggiare e valorizzare l’autonoma capacità progettuale e attuativa delle città italiane nel campo della cultura, affinché venga recepito in maniera sempre più diffusa il valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione senza conflitti, la creatività, l’innovazione, la crescita, lo sviluppo economico e, infine, il benessere individuale e collettivo.
Il conferimento del titolo di «Capitale italiana della cultura», in linea con l’Azione UE «Capitali europee della cultura», si propone diversi obiettivi: il miglioramento dell’offerta culturale, la crescita dell’inclusione sociale e il superamento del cultural divide; il rafforzamento della coesione e dell’inclusione sociali, nonché dello sviluppo della partecipazione pubblica; il rafforzamento degli attrattori culturali per lo sviluppo di flussi turistici, anche in termini di destagionalizzazione delle presenze; l’utilizzo delle nuove tecnologie, anche al fine del maggiore coinvolgimento dei giovani e del potenziamento dell’accessibilità; la promozione dell’innovazione e dell’imprenditorialità nei settori culturali e creativi; il conseguimento di risultati sostenibili nell’ambito dell’innovazione culturale e il perseguimento della sostenibilità così come indicato dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’Onu.
Deborah Di Vincenzo