Medici, infermieri e operatori in servizio con il lutto al braccio per dire ‘basta’ a una situazione ormai divenuta ingestibile. La protesta attuata al Pronto Soccorso del ‘Veneziale’ di Isernia, continuando comunque a dare assistenza ai tanti pazienti che transitano nel reparto, già nell’immediato sta dando i suoi frutti. Uno degli obiettivi era infatti quello di far comprendere alla comunità gli enormi disagi che si stanno vivendo e le risposte sono arrivate subito. Tanta la solidarietà manifestata al personale dalla popolazione, consapevole della situazione che si sta vivendo. «Siamo tutti con voi», «Saremo in prima fila per una lotta comune», «Uniamo le forze» sono solo alcuni dei messaggi che stanno inondando i social perché è chiaro, le criticità in materia di sanità riguardano davvero tutti.
Tra i simboli della protesta c’è il primario del reparto di Emergenza Lucio Pastore, da sempre in campo a difesa della sanità pubblica.
«Ora basta». Comincia così un lungo post su Facebook con cui ha sottolineato, ancora una volta, la scelta di lavorare con la fascia nera al braccio. «Abbiamo cominciato una nuova lotta perché viviamo una situazione insostenibile – scrive -. Abbiamo cercato per anni soluzioni che nessuno vuole trovare. Voglio precisare che non è l’attuale dirigenza aziendale che ci crea problemi. Anzi, per la prima volta abbiamo avuto una dirigenza che vuole ascoltarci e cercare di dare risposte in un contesto ormai degradato. Dico questo – evidenzia – per onestà intellettuale in quanto non è l’attuale commissario Asrem responsabile dello sfascio.
É la politica che , specialmente negli ultimi anni , ha deciso di distruggere il sistema pubblico per cederlo ai privati convenzionati.
Se non hanno il coraggio di dirlo chiaramente ai cittadini ma vogliono che il sistema degradi perché loro pian piano tolgono ‘l’ossigeno’ e muoia per consunzione, non si rendono conto che creano un disagio enorme a lavoratori e malati. Cominciamo in questo modo ad esprimere il nostro disagio e l’impossibilità a continuare su questa strada. É un simbolo questa fascia nera di un degrado senza fine in cui ci confina l’attuale politica.
Invitiamo i cittadini ad esserci vicini ed a seguirci in tutte le iniziative future che prenderemo.
Questo gesto di disperazione – conclude – deve diventate l’inizio di un percorso di rinascita per tutti noi e per i nostri figli».
Deborah Di Vincenzo