Sono state ore di tensione quelle vissute l’altra sera nel carcere di Isernia per la rivolta messa in atto dai circa sessanta detenuti presenti nella struttura di Ponte San Leonardo. E solo grazie all’azione sinergica delle forze dell’ordine si è scongiurato il peggio. I dettagli di quanto accaduto sono stati illustrati nel corso della conferenza stampa di ieri mattina. All’incontro con i giornalisti hanno partecipato il procuratore capo Carlo Fucci, insieme al questore Roberto Pellicone, al comandante provinciale dell’Arma Gennaro Ventriglia e al comandante provinciale della Guardia di Finanza Vito Simeone. La rivolta è scoppiata intorno alle 19, quando i detenuti si sono rifiutati di rientrare in cella dopo l’ora d’aria in cortile. I vertici della casa circondariale immediatamente hanno richiamato in servizio tutti gli agenti della Polizia Penitenziaria che sono entrati in azione per placare gli animi. Una situazione complessa da gestire e, per questo, hanno chiesto rinforzi alle altre forze dell’ordine. I detenuti sono saliti sul tetto del carcere di ponte San Leonardo bruciando materassi e altre suppellettili.
L’azione immediata ha visto in campo ottanta uomini delle forze dell’ordine. Nessuno per fortuna è rimasto ferito, ma sono ingenti i danni provocati alla struttura. Da una prima stima si parla di centinaia di migliaia di euro. La Procura ha aperto un fascicolo e sono diverse le ipotesi di reato al vaglio degli inquirenti, tra cui – appunto – il danneggiamento. «In maniera eccezionale – ha spiegato Fucci – le forze dell’ordine hanno circondato la casa circondariale con una doppia cinturazione, interna ed esterna. Un detenuto ha tentato la fuga, ma è stato bloccato. L’intervento immediato in tal senso ha fatto desistere anche gli altri. Considerevoli però i danni provocati alla casa circondariale».
Poi le trattative. Il procuratore insieme ai vertici delle forze dell’ordine ha incontrato i detenuti. Come è noto la rivolta nelle carceri in diverse città italiane è legata alle misure di contenimento del Covid-19. E soprattutto alla sospensione dei colloqui con i familiari. «I detenuti – ha spiegato ancora il procuratore – hanno innanzitutto compreso che era necessario interrompere la rivolta. È stato garantito loro che i colloqui con i familiari saranno garantiti via skype, come era stato già predisposto dalla Penitenziaria. Per quel che concerne la dotazione degli agenti di mascherina si sta già provvedendo in tal senso».
Deborah Di Vincenzo