Momenti di tensione ieri mattina al Palazzo di Giustizia di Isernia. Il fratello di uno dei dipendenti della Procura, abruzzese e residente fuori regione, è risultato positivo al Coronavirus. Per questo sono stati avviati tutti gli accertamenti del caso da parte del presidente del Tribunale Vincenzo Di Giacomo, del procuratore capo Carlo Fucci e del presidente dell’Ordine degli Avvocati Maurizio Carugno. Situazione che non desta particolare preoccupazione. «Il dipendente della procura pentra proveniente da fuori regione, un cui familiare è stato riscontrato positivo al coronavirus da un ospedale sempre di fuori regione, non aveva avuto contatti con quest‘ultimo da più di 14 giorni e non presentava né presenta sintomi riconducibili all’infezione Covid-19. In queste condizioni sia il medico del lavoro del tribunale che l’Ufficio igiene pubblica della locale Asrem (oltre che l’Asl di fuori regione) hanno escluso l‘adozione di particolari misure e quindi l‘allarme è rientrato. Ad ogni modo, in via cautelare il Palazzo di Giustizia nella giornata di ieri è stato chiuso al pubblico anche per le urgenze e il dipendente in questione, su disposizione del procuratore della Repubblica, non si è recato in ufficio. Restano comunque in vigore le plurime misure adottate da procura, tribunale e Consiglio degli avvocati, tra cui, a parte il rinvio delle udienze salvo quelle urgenti, la chiusura al pubblico del Palazzo di Giustizia tranne che per le urgenze e comunque la limitazione nei casi urgenti di sole due ore al giorno e di sole tre persone per piano; le misure speciali adottate per dipendenti affetti da altre patologie (uso di guanti e mascherine e in alcuni casi collocazione in singoli uffici con divieto di contatti diretti col pubblico); e per quelli che giungono in ufficio con mezzi pubblici, la distanza dl sicurezza, l‘uso di igienizzanti a muro, le pulizie e sanificazioni/disinfestazioni ordinarie e straordinarie, ecc. . Permangono, peraltro, richieste di accesso in tribunale da parte di persone che, dalla misurazione col termometro ad infrarossi no-contact, presentano una temperatura superiore al 37°, cui l‘accesso viene inibito, mentre i loro dati vengono comunicati alla competente Asrem: nella sola giornata di ieri ci sono state 4 richieste di accesso da parte di persone con temperatura superiore ai 37 gradi». Infine il presidente Di Giacomo ha annunciato la sospensione di tutte le udienze fino al 31 maggio, eccezion fatta per alcune urgenze.