L’altra sera le insegne illuminate e ieri mattina la consegna delle chiavi delle attività nelle mani del sindaco Giacomo d’Apollonio. Due iniziative per un unico obiettivo: ottenere il sostegno da parte delle istituzioni per non morire prima della ripartenza o ‘collassare’ subito dopo la riapertura. Un grido di aiuto quello che, anche a Isernia, è stato lanciato dai titolari di bar, pub, ristoranti e pizzeria. Una protesta simbolica e silenziosa da parte di chi sta vedendo svanire i sacrifici di una vita intera.
«Due mesi di chiusura e non vediamo ‘la luce in fondo al tunnel’- hanno spiegato gli operatori. Abbiamo bisogno di supporto concreto altrimenti non riusciremo a ripartire. Non siamo miliardari e, senza l’aiuto del governo, non possiamo farcela. Questa fase di stop ci ha già messo in ginocchio».
Dal canto suo, il sindaco di Isernia ha promesso massimo impegno per far arrivare a Roma la voce di protesta. «È stato un incontro sereno – ha detto d’Apollonio -. I commercianti hanno spiegato le loro difficoltà e le loro preoccupazioni per il particolare momento che si sta vivendo. Ho assicurato il mio impegno a farmi portavoce delle loro istanze a livello regionale e nazionale. Per quel che compete il Comune, non possono promettere la luna, ma siamo già al lavoro con la struttura per cercare di dare loro l’aiuto che chiedono». Per quel che concerne la concessione dello spazio pubblico il sindaco ha annunciato che si sta già lavorando sul da farsi, ma naturalmente bisogna tenere conto delle leggi nazionali che lo disciplinano. Ci sono i regolamenti che andrebbero modificati. Una procedura che richiede passaggi tecnici e che non può essere automatica. «La chiusura di una sola attività – ha ribadito il primo cittadino – è una ferita all’intera città e al suo tessuto economico. Anche se su posizioni diverse, stiamo combattendo una battaglia comune. Servono provvedimenti di sostegno per riaprire e per rilanciare le attività, per questo mi farò portavoce alla Regione e con il Governo nazionale».