Mancata sottoscrizione della proposta dei sindaci molisani per trasformare in centro Covid il Vietri di Larino: incalzato da consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, il primo cittadino di Isernia Giacomo d’Apollonio ha spiegato le ragioni della sua scelta. In sostanza, nulla contro il progetto, ma è la maniera con cui è stato redatto il documento a non convincerlo. Per questo dopo le sollecitazioni ricevute, d’Apollonio ha messo nero su bianco le sue motivazioni.
«Sento forte – scrive nella missiva inviata all’intera assise di Palazzo San Francesco – l’esigenza di condividere con voi, nonché con la comunità che rappresento, le motivazioni che mi hanno portato a non sottoscrivere il documento propostomi a sostegno della trasformazione dell’ospedale “Vietri” di Larino in centro Covid.
In primo luogo mi preme evidenziare in maniera chiara – sottolinea d’Apollonio – che non ho preclusione alcuna per la realizzazione di un progetto come questo, che senz’altro garantirebbe un presidio contro la diffusa emergenza legata al coronavirus, utile alla salvaguardia del bene principe della salute degli abitanti della nostra regione e, potenzialmente, delle regioni limitrofe. Detta posizione è già stata, seppur brevemente, rappresentata telefonicamente al collega sindaco di Larino.
Tuttavia le modalità “irrituali” con cui tale documento è stato sottoposto alla mia attenzione, la tempistica serrata dettata per l’adesione e l’impossibilità concreta di apportare integrazioni o possibili miglioramenti al testo, hanno fatto crescere in me il dubbio in ordine ad una piena e incondizionata condivisione del documento stesso.
Ciò che non ho ritenuto condividere, non concedendo al momento la mia adesione, non è stato, dunque, il progetto in sé, bensì il documento così confezionato che nessuna garanzia indica in ordine alla tipologia degli ingenti fondi necessari per la trasformazione proposta, dei relativi costi di gestione e, in dettaglio, non chiarisce, per quanto più da vicino ci riguarda, se dette risorse finanziarie possano generare un impatto negativo sul nostro ospedale cittadino, in termini di minori flussi finanziari ad esso destinati e, conseguentemente, di minori prestazioni erogabili.
La battaglia costante che ho personalmente intrapreso tempo or sono e che ancora continua, allo scopo non solo di evitare la ulteriore chiusura dei reparti del “Veneziale” ma di realizzarne il potenziamento, è elemento che ho spesso condiviso con voi tutti anche attraverso decisioni prese all’unanimità in Consiglio a salvaguardia dell’erogazione dei livelli sanitari, soprattutto riguardo alle emergenze-urgenze ed alle cure delle malattie tempo-dipendenti. In un recentissimo incontro, tenuto lo scorso 4 giugno, con il Direttore generale dell’Asrem ho, peraltro, ribadito con forza tali richieste. Detta posizione, come rappresentante di questa collettività, è divenuta uno dei miei principali impegni, dal quale non intendo deviare né porre in essere comportamenti anche solo potenzialmente lesivi delle finalità perseguite.
Termino dunque ribadendo, con forte senso di responsabilità, che la mancata condivisione del documento non deve essere letta come una mia personale, ostile contrapposizione alla creazione di un centro Covid nel Comune di Larino, assolutamente auspicabile e meritoria per le finalità che intende perseguire, ma è dettata principalmente dalle mancate garanzie che il documento stesso fornisce in ordine ad una allocazione delle risorse finanziare a disposizione della sanità molisana che possano in qualche modo andare a detrimento del nostro prezioso ospedale.
In conclusione, una condivisione “a scatola chiusa” del documento sarebbe stata, dal mio punto di vista, quale responsabile della comunità che rappresento, non solo avventata – conclude il primo cittadino – ma anche preclusiva di eventuali successivi, possibili interventi a tutela degli interessi sanitari di questo territorio».
Chiarite dunque le ragioni che erano state chieste prima dal portavoce del M5S Mino Bottiglieri e poi, in una lettera aperta dai consiglieri
Mario Antonelli, Salvatore Azzolini, Francesca Bruno, Filomena Calenda, Enrico Caranci, Giovanni De Marco, Rita Di Pilla, Raimondo Fabrizio, Gianni Fantozzi, Rita Paola Formichelli, Elisabetta Christiana Lancellotta, Peppino Lombardozzi, Rita Papili, Rossella Pitisci, Tiziana Pizzi, Vittoria Succi e Cosmo Tedeschi.