Da oggi e fino al 30 settembre, quello che viene considerato dalla comunità scientifica mondiale come il reperto umano più antico d’Italia torna lì dove è stato trovato, circa sei anni fa. In attesa della sua collocazione definitiva – secondo quanto riferisce l’Ansa – all’interno del nuovo allestimento i cui lavori sono in fase di realizzazione, sarà esposto a partire da oggi presso il Museo nazionale del Paleolitico di Isernia, quello che viene considerato come uno dei suoi reperti più importanti: il dentino del bambino di Homo heidelbergensis, antenato dell’uomo di Neandthertal, vissuto circa 600.000 anni fa che rappresenta una testimonianza fondamentale per la ricostruzione dei primi popolamenti dell’uomo nel continente europeo. Il dentino sarà esposto al pubblico da oggi, nei giorni di apertura del Museo consultabili sul sito web musei.molise.beniculturali.it/, dalle 8.15 alle 19.15. Una scoperta effettuata nella primavera del 2014 e tenuta per mesi coperta dal più rigoroso segreto: quell’incisivo superiore sinistro, da latte, apparteneva ad un bimbo deceduto a circa 6 anni. Il dente mostra caratteristiche non rinvenibili in altri reperti rinvenuti in Europa, motivo per il quale quella scoperta assunse fin da subito carattere di eccezionalità. Una scoperta resa possibile grazie agli scavi condotti in collaborazione tra Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise e l’Università di Ferrara, con la direzione scientifica di Carlo Peretto, professore ordinario del Dipartimento di studi umanistici dell’Università di Ferrara. Un evento imperdibile, quindi, visto che i reperti umani in ambito europeo più antichi di 600 mila anni non sono affatto frequenti.

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