«Un processo dal sapore politico». Ne sono convinti i comitati ‘Isernia Beni Comuni pro Veneziale’ e del ‘Forum per la Sanità Pubblica di Qualità’ che ieri mattina si sono dati appuntamento davanti alla villa comunale del capoluogo pentro per un sit-in di protesta in concomitanza della prima udienza del procedimento a carico del primario del Pronto Soccorso Lucio Pastore, a giudizio per abbandono di paziente a seguito del decesso di un’anziana di Sant’Agapito. Una manifestazione per manifestare solidarietà a Pastore, ma non solo. «Siamo qui – ha evidenziato Lucia Pallotta, presidente del comitato ‘Isernia Beni Comuni pro Veneziale’ – per mettere in allerta la popolazione, perché quello che è accaduto alla signora rischia di ripetersi sempre più frequentemente perché c’è un connubio ‘maledetto’ tra politica e poteri economici. Una ‘collusione’ forte che sta facendo di tutto per smantellare il sistema sanitario pubblico per deviarlo su un terreno economico e privatistico. Effetto probabilmente del neoliberismo galoppante, ma una cosa è certa: se andiamo avanti così non avremo più ospedali pubblici e la salute, come molti beni comuni, diventerà oggetto di scambio e merce. Il messaggio che vogliamo lanciare, oltre alla solidarietà a Lucio Pastore (grande uomo e grande medico) è quello di svegliare le coscienze della popolazione, perché siamo di fronte a un rischio che si sta realizzando».
«Vogliamo dare solidarietà alle due vittime di questo processo – ha poi evidenziato Italo Testa (Forum per Sanità Pubblica) -: la defunta e il dottore Lucio Pastore. A nostro avviso, sul banco degli imputati – in un caso come questo – andrebbero posti tutti coloro che nel giro di 16 anni hanno distrutto la sanità privandola di posti letto, facendo decadere gli ospedali, non rinnovando le apparecchiature, ma soprattutto attraverso il perverso meccanismo del blocco del turnover e depauperando gli ospedali di personale qualificato. Situazione che sta andando avanti ancora oggi, con politici e funzionari che stanno finendo di debellare completamente la sanità molisana. Non si fanno concorsi perché non vengono nominate le commissioni: e questa è una cosa che grida vendetta. Questa è un’occasione per ribadire ciò che da anni stiamo dicendo. Un episodio come quello che poi è accaduto lo avevamo preventivato, parlando con i responsabili, con i prefetti e con le procure. Ci è sempre stato risposto di non poter far nulla perché dipendeva da una regola regionale. Non si è voluto fare nulla e oggi viene messo sotto processo solo Lucio Pastore. Abbiamo l’impressione che si tratti di un processo politico perché Pastore si è sempre battuto affinché la sanità pubblica avesse il riconoscimento che meritava e i finanziamenti necessari, non dico per migliorare, ma per poter andare avanti. In casi come quello che è accaduto, in genere ad essere indagata è tutta la struttura, ovvero tutte le persone entrate in contatto con la paziente. Per questo – ha concluso – a nostro avviso si tratta di un atto persecutorio nei confronti di chi si è sempre battuto in favore della sanità pubblica».