Per evitare di aumentare le tariffe dei sevizi, penalizzando le fasce sociali più deboli, la scure di Vardè si abbatterà sull’Imu per la seconda casa e, in dimensioni minori, sull’aliquota Irpef. Un compromesso necessario per chiudere il bilancio di previsione 2012 in pareggio ed evitare l’ulteriore sforamento del patto di stabilità, dopo quelli certificati negli anni 2010 e 2011 per, complessivamente, oltre quattro milioni di euro. “Purtroppo non potrò mantenere l’impegno di non aumentare le tasse – ha dichiarato Vardè – Ho tentato tutte le strade ma con il passare del tempo mi sono reso conto che i numerosi tagli effettuati per risparmiare il maggior numero di risorse finanziare, non erano sufficienti a garantire il pareggio del bilancio e quindi il rispetto del patto di stabilità. Pertanto –prosegue il Commissario – con il bilancio di previsione 2012 resterà invariata l’aliquota Imu sulla prima casa e aumentare quella sulla seconda casa. A questo – ha precisato ancora Vardè – si aggiungerà un aumento dell’aliquota l’Irpef”. A tal proposito il Commissario Prefettizio ha precisato che l’incremento sarà molto limitato: per un reddito annuo di 15mila euro l’incremento Irpef sarà di 30 euro. Questa piccola manovra finanziaria consentirà al Comune di andare avanti nonostante il taglio dei trasferimenti statali pari al 3 percento per avere violato del patto di stabilità Ma soprattutto consentirà di mantenere invariati i costi dei servizi offerti ai cittadini, in modo da non incidere sui portafogli, già abbastanza vuoti, delle famiglie. Trasporti, consumo dell’acqua, Tarsu ed altre tariffe resteranno bloccate un piccolo miracolo per un Comune che ha letteralmente sfiorato il dissesto finanziario. In sostanza è accaduto che nel mettere in ordine i conti Vardè ha prestato una particolare attenzione alle fasce sociali più deboli, sollecitando un piccolo sforzo in più a chi vanta qualche proprietà immobiliare e dunque una rendita maggiore. Per il resto l’obiettivo è stato colto. Evitato il dissesto finanziario, con tutto ciò che questo avrebbe generato, si è dato un riordino alla struttura del bilancio, ricreando quell’equilibrio dei conti che fino a quel momento era annegato in un mare di dichiarazioni rivelatesi, con il passare del tempo e grazie alle relazioni della Corte dei conti, poco credibili. Ora il quadro è molto chiaro. Per effetto dello sforamento del patto di stabilità negli anni 2010 e 2011 Isernia pagherà un prezzo altissimo. Non si potranno fare assunzioni, diminuiranno i trasferimenti statali e quindi mancheranno le risorse da investire in progetti di sviluppo. Tuttavia, grazie al bilancio 2012, c’è la possibilità di ripartire mantenendo in ordine i conti ed evitando gli errori del passato. Il compito è affidato ai prossimi amministratori i quali, indipendentemente dalla collocazione politica, adesso sanno bene che in futuro non ci saranno appelli. Sbagliare ancora significa default, con tutto ciò che ne consegue.

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